Revocato il provvedimento della Moratti che
sarebbe dovuta entrare in vigore
a settembre: "Giunti 54 progetti su 1750 istituti superiori"
Scuola, lo stop dal ministro Fioroni
salta la sperimentazione nei licei.
Salvo Intravaia, la Repubblica del
31 maggio 2006
In soffitta la sperimentazione della scuola
superiore. "Non intendo iniziare il mio mandato all'insegna
dell'instabilità e dell'incertezza per studenti, insegnanti e genitori
e con gravi contenziosi aperti con le Regioni e l'autonomia
scolastica". Poche ma chiare le parole del ministro dell'Istruzione,
Giuseppe Fioroni, che attraverso un provvedimento di appena poche ore
fa, revoca definitivamente la sperimentazione degli otto (classico,
scientifico, delle scienze umane, tecnologico, musicale, artistico,
economico, linguistico) licei morattiani che sarebbe dovuta partire a
settembre.
Così il prossimo anno scolastico sarà avviato con gli studenti tra i
banchi dei tradizionali licei (classici, scientifici e socio
psicopedagogici), degli istituti tecnici (commerciali, industriali,
per geometri, solo per citarne alcuni) dei contestatissimi istituti
professionali, fra cui spiccano gli istituti alberghieri. Per la
verità la proposta avanzata del neo sindaco di Milano, Letizia Moratti,
di sperimentare la licealizzazione della scuola secondaria di secondo
grado, e di trasferire gli istituti professionali alle regioni, non
era stata accolta con entusiasmo dagli interessati.
"Alla data di oggi sono pervenuti al ministero 54 progetti di
sperimentazione su circa 1.750 istituti superiori", spiega Fioroni che
aggiunge: "Le caratteristiche dei progetti ricevuti non presentano
elementi di innovazione tali da prefigurare in termini sperimentali la
riforma. Sono invece innovazioni pienamente realizzabili
nell'esercizio dell'autonomia scolastica (15 per cento del monte ore)
e quindi negli ordinamenti vigenti". Dunque, appena tre scuole su 100
avevano accolto l'invito dell'ex ministro Moratti ad anticipare la
riforma delle superiori che secondo i sindacati e la Confindustria
avrebbe spazzato via 'l'importante patrimonio costituito dagli gli
istituti tecnici'. Ma sulla sperimentazione della scuola superiore, a
parere del nuovo responsabile del dicastero di viale Trastevere,
incombeva un altro pericolo: l'incertezza sui titoli di studio
conseguito dai neofiti. "Laddove, poi, la sperimentazione comportasse
la modifica della denominazione della scuola (ad esempio con
l'istituzione di un liceo tecnologico o musicale) ci sarebbe al
momento assoluta incertezza - dichiara Fioroni - sul riconoscimento
del titolo rilasciato al termine degli studi, con grave pregiudizio
per il proseguimento del percorso formativo e lavorativo dei ragazzi".
"Per fortuna", conclude Fioroni, "si sospende un atto che non ha
prodotto alcun effetto sulla scuola e sui ragazzi che, infatti, si
sono già iscritti non ai corsi sperimentali ma agli ordinamenti
vigenti".
Soddisfazione dall'assessore all'Istruzione della Regione Lazio,
Silvia Costa, che è anche la responsabile del coordinamento della IX
Commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni: "Una decisione
- spiega la Costa - che rivela sensibilità istituzionale e attenzione
alle motivazioni che hanno indotto nove Regioni, con il nostro
coordinamento, a presentare un ricorso al Tar, la cui udienza è
fissata per domani. Le ragioni del nostro ricorso - aggiunge - sono
ampiamente recepite nella motivazione di sospensiva del decreto, che
fa riferimemnto allo stato di incertezza che il decreto Moratti aveva
creato nelle famiglie e nelle scuole, nonché al conflitto
istituzionale che aveva aperto conel Regioni titolari
dell'organizzazione della rete scolastica e dell'offerta formativa dei
loro territori e con l'autonomia scolastica. La nuova stagione del
confronto tra Governo e Regioni sul tema delicato e complesso
dell'istruzione si annuncia più serena e improntata ad una leale
reciproca collaborazione". Stessa reazione dal sindacato di categoria
Flc-Cgil: "La decisione è molto saggia - spiega il segretario generale
Enrico Panini -. Il ministro Moratti, avviando la sperimentazione
aveva tentato una forzatura tutta politica venendo meno, da un lato,
ad un impegno formale assunto con le Regioni e mettendo le scuole e le
famiglie a rischio caos; dall'altro, per le scelte sbagliate contenute
nel provvedimento e da noi ampiamente denunciate".