Comitati insegnanti precari:

l’Unione rispetti gli impegni.

da Tuttoscuola del 4/5/2006

 

"Che siano il 50% + 1, o poco più, non fa differenza. La maggioranza degli italiani ha scelto e questo basta. Basta a far sì che i prescelti onorino gli impegni assunti e realizzino il loro programma. (...) Non a caso i CIP, comitati insegnanti precari, hanno abbandonato la tradizionale neutralità e preso posizione esplicita e ferma a favore dell’Unione. Ora ci aspettiamo i fatti".

Anche i CIP rivendicano il merito di aver contribuito al successo dell’Unione, e in un loro comunicato stampa di commento all’esito delle elezioni chiedono al costituendo nuovo governo di "dare un esempio forte e chiaro all’imprenditoria privata convertendo i contratti a tempo determinato degli statali in assunzioni in ruolo". Un loro portavoce, Gianfranco Pignatelli, illustra la posizione dei CIP in modo ancora più chiaro e, diremmo, disinibito. Ecco le sue parole: "Alla scuola serve un ministro che conosca la scuola e ne apprezzi il ruolo sociale. Che appartenga alla quota rosa o celeste, che sia ex socialista, ex comunista, ex democristiano o ex e chissà cos’altro, non fa differenza", e "per scongiurare ulteriori interferenze, prevaricazioni e commistioni, è bene che l’Unione scinda il ministero dell’istruzione da quello dell’università e della ricerca". "L’Italia e la sua scuola - continua Pignatelli - sono stufe di politici senza idee e senza coraggio, che sanno coltivare grandi ambizioni solo se all’opposizione ma non hanno l’onestà e la coerenza per realizzarle". A poche settimane dalle elezioni, e prima ancora della formazione del nuovo Governo, quasi un processo alle intenzioni . . .