Mariangela Bastico, viceministro all'istruzione:
tutor, portfolio e tempo scuola saranno rivisti.

La primaria rispunta in calendario.

Buchi milionari nei bilanci: dagli esami di stato alla formazione

da ItaliaOggi del 30/5/2006

 

La scuola primaria non sarà indenne dalle ´attenzioni riformiste' del governo Prodi. E dunque: tutor, anticipi, portfolio delle competenze, ma anche tempo pieno e prolungato, i temi chiave insomma su cui si è consumata la battaglia anti Moratti. Non tragga in inganno l'elenco di priorità legislative inviate dal ministro dei rapporti con il parlamento, Vannino Chiti, alle camere: se è vero che figura solo la revisione del secondo ciclo d'istruzione ("rimodulazione dei tempi di attuazione"), questo non vuole dire che sulla scuola primaria non si faccia nulla. A dirlo è il viceministro all'istruzione, Mariangela Bastico, che in un'intervista a ItaliaOggi anticipa la scaletta dei prossimi appuntamenti. Una scaletta densa, in cui la Bastico conferma l'ambizione a sentire tutti e confrontarsi con tutti -´regioni, comuni, sindacati, rappresentati del mondo dell'associazionismo', in nome di un ´ritrovato spirito di collaborazione con chi nella scuola lavora'. Obiettivo: avere pronto per fine giugno un piano degli interventi da realizzare nel primo anno di governo, con l'indicazione delle condizioni di fattibilità. ´Economiche e giuridiche´, precisa la Bastico. Già, la fattibilità, perché, precisa il veceministro, ´non saremo il governo degli annunci, ma di una politica seria´.

 

Domanda. La decisione di intervenire solo sul secondo ciclo d'istruzione ha lasciato scontenti in molti, anche nel mondo sindacale.

Risposta. È il primo provvedimento che assumeremo, con le regioni era stato assunto un impegno a far sperimentare i nuovi licei a partire dal settembre 2007. La decisione della Moratti di anticipare al prossimo settembre è un colpo di mano, a cui porremo rimedio.

 

D. Per fare cosa?

R. Per riaprire innanzi tutto un confronto con le regioni. Dedicheremo una seduta della conferenza unificata proprio ai temi della riforma scuola. Per abbandonare il muro contro muro. Mi rifiuto di credere che l'unico modo di gestire la scuola sia quello di spacchettarla tra stato e regioni, perché il dialogo non è possibile. La filosofia dello spezzatino a scuola non funziona. La devolution è inaccettabile, l'Italia ha bisogno di un sistema d'istruzione unitario, con una forte valorizzazione dell'autonomia scolastica.

 

D. Le regioni hanno competenze proprie in materia di formazione professionale, pensate di revocarle?

R. L'istruzione e la formazione professionale non sono due canali separati, per funzionare devono poter interagire, con una regia unitaria.

 

D. Quali saranno i primi passi della nuova gestione di viale Trastevere?

R. Da domani partiremo con una serie di tavoli di lavoro, su formazione professionale, scuola secondaria ma anche scuola primaria, per scandagliare ciò che c'è da fare, e come lo si può fare. Massima attenzione alle condizioni di fattibilità giuridiche ed economiche. Sul fronte della scuola secondaria, per esempio, possiamo ancora utilizzare la delega prevista dalla legge di riforma. E dunque la utilizzeremo.

 

D. E sulla primaria, dove deleghe non ce ne sono?

R. La scuola primaria non è esente da verifiche. Dal tutor al tempo scuola, procederemo gradatamente, ma interverremo. Il programma dell'Unione non resterà sulla carta.

 

D. C'è molta attesa anche sul fronte dell'innalzamento dell'obbligo scolastico.

R. Attueremo il programma. Ma perché tutto sia chiaro, comunicheremo qual è la situazione finanziaria che abbiamo trovato. È appena iniziata un'istruttoria, e abbiamo già riscontrato buchi milionari.

 

D. I circa 50 milioni che non ci sono per pagare i commissari degli esami di maturità?

R. Certo, e si tratta di fondi che vanno trovati perché gli esami non possono essere cancellati. Ma non solo. Anche per la sperimentazione della riforma del canale professionale, per esempio, c'è un ammanco di altri 45 milioni di euro.