Dopo l’annuncio del premier Prodi/ Verranno
eliminati portfolio e tutor, Scuola, contrordine: primo passo l’obbligo a 16 anni.
Tra le modifiche alla riforma Moratti, Anna Maria Sersale da Il Messaggero del 29/5/2006
ROMA - Stop alla riforma della scuola, l’Unione
modificherà la legge Moratti. Lo ha detto Romano Prodi due giorni fa,
annunciando il primo programma di governo. Nei primi cento giorni del
Professore ci sono anche altre priorità, tra cui il rientro dall’Iraq,
la giustizia e la legge per Roma Capitale, ma la scuola, per
l’importante ricaduta sociale, è ai primi posti dell’agenda. Il
cambiamento avrà l’effetto di un ciclone per insegnanti e alunni? «No,
perché molte cose della legge Moratti non sono state attuate - afferma
Alba Sasso, Ds, per due legislature in Commissione Istruzione alla
Camera, ora rieletta - Gli insegnanti hanno fatto resistenza. Alle
elementari, per esempio, si sono rifiutati di demolire i “moduli” e al
tutor hanno sbarrato il passo, dicendo “no” al ritorno del maestro
unico e alle gerarchie tra pari che avrebbero stravolto il loro
compito. Ma al tutor, che tanto è solo sulla carta, penseremo dopo
avere bloccato il decreto sulle superiori». Ma sulla scuola è scontro tra i due Poli. Dice Giuseppe Valditara, di An, anche lui in Commissione nella passata legislatura: «Se fermeranno la riforma Moratti sarà a rischio il futuro dei nostri figli». Poi il senatore afferma di non essere d’accordo con il «biennio iniziale di orientamento» nella scuola superiore: «Una sciocchezza che ricorda la riforma Berlinguer». Ma torniamo al programma dell’Unione. «Sparirà la scelta precoce a 14 anni - sottolinea Maria Chiara Acciarini, eletta al Senato per i Ds, esperta di scuola, per due legislature in Commissione al Senato, ora sottosegretario alla Famiglia nel ministero della Bindi - Garantiremo l’innalzamento dell’obbligo, che ricondurremo nell’alveo dell’istruzione, abolendo la possibilità di sostituire l’istruzione con il canale di avviamento al lavoro». «Fondamentale - incalza ancora la Acciarini - sarà anche il no alla devolution. Non permetteremo che il sistema scolastico si frantumi in una regionalizzazione insensata. Ristabiliremo norme a garanzia dell’impianto unitario e nazionale della scuola e rafforzeremo l’istruzione tecnica che non può essere dispersa. Si può invece discutere su competenze di carattere amministrativo e quote di programmi regionali». «Elimineremo il portfolio e tornerà a pieno titolo il tempo pieno alla elementare - avverte la deputata Ds Alba Sasso - Infine, alla maturità torneranno anche i commissari esterni». |