A Palermo il neo
ministro indica i primi passi del suo dicastero
Fioroni: tornerà la "pubblica" Istruzione
e modificheremo la riforma Moratti
da
Tuttoscuola del 23/5/2006
"Presenteremo un emendamento per
modificare la denominazione dall'attuale 'ministero dell'Istruzione' a
'ministero della Pubblica istruzione'". Lo ha detto il ministro
Fioroni parlando a Palermo agli studenti e docenti venuti da tutta
Italia per partecipare alla manifestazione di commemorazione del
quattordicesimo anniversario della strage di Capaci.
"Lo dico qui oggi", ha aggiunto il ministro, "perche' Falcone ci ha
insegnato cosa vuol dire bene pubblico, lottando per la legalità e
quindi per la libertà, espressione migliore di ciò che è il bene
pubblico".
Fioroni viene così incontro a una aspettativa molto diffusa nel
centro-sinistra, che non aveva mai del tutto accettato il taglio
dell’aggettivo "pubblica" disposto dal decreto legislativo 300/2000 (Bassanini)
di riforma della struttura dei Ministeri. Da notare che lo stesso
Quirinale nella sua nota ufficiale sulla procedura di assegnazione dei
Ministri ai nuovi Ministeri del 22 maggio ha usato la denominazione
"Ministero della Pubblica Istruzione", e non quella di "Ministero
dell’Istruzione".
Ma il neo ministro dell'istruzione non si è limitato all'annuncio del
cambio di denominazione del dicastero. Ha anche annunciato quale sarà
il suo atteggiamento nei confronti della riforma Moratti.
"Alla riforma Moratti andranno apportati modifiche e correttivi
immediati, iniziando dalle parti che non contrastano attivamente
l'esclusione scolastica o rischiano di accentuarla", ha detto sempre a
Palermo, nel corso di una conferenza stampa nella sede della
Margherita. "C'è poi anche la necessità - ha aggiunto - di altre
modifiche immediate che favoriscano la scuola italiana come scuola di
tutti e per tutti. La scuola - ha proseguito il ministro - necessita
di una profonda capacità di ascolto e non di atteggiamenti
dirigistici. Per questo - ha assicurato - avvierò una consultazione
per avere gli elementi che consentano poi di operare organicamente sul
piano legislativo".