L'annuncio a Palermo del nuovo ministro Giuseppe
Fioroni. Corsa contro il tempo per evitare l'entrata in vigore della
legge prevista a settembre
"Modifiche alla riforma Moratti
e torna la Pubblica Istruzione".
la Repubblica del
23 maggio 2006
Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni
Gli annunci sono due e arrivano da Palermo dove Giuseppe Fioroni, il
ministro dell'Istruzione partecipa alla giornata della memoria a 14
anni dalla strage di Capaci che costò la vita a Giovanni Falcone e
alla sua scorta. "Ho presentato un emendamento per ripristinare il
nome del ministero della Pubblica istruzione". E aggiunge: "Nella
nostra Costituzione il diritto alla salute, come quello alla
formazione, sono beni di tutti indipendentemente da chi è chiamato ad
erogarli".
L'altra, va direttamente al cuore della riforma Moratti alla quale,
spiega ancora il ministro, "saranno
apportate modifiche e correttivi immediati, iniziando dalle parti che
non contrastano attivamente l'esclusione scolastica o rischiano di
accentuarla".
"C'è poi anche la necessità - prosegue Fiorani - di altre modifiche
immediate che favoriscano la scuola italiana come scuola di tutti e
per tutti. È un mondo che ha bisogno di una profonda capacità di
ascolto e non di atteggiamenti dirigistici. Per questo avvierò una
consultazione per avere gli elementi che consentano poi di operare
organicamente sul piano legislativo".
Due dichiarazioni programmatiche che seguono di appena ventiquattro
ore quelle del segretario nazionale della Cgil, Gugliemo Epifani, che
avvertiva la necessità di dar via al nuovo corso nel mondo
dell'istruzione a partire dal superamento della legge 30 che è uno dei
primi obiettivi contenuti nell'agenda del governo Prodi. E neppure è
sfuggito l'allarme lanciato dal vertice del sindacato che invita a
stringere i tempi. "A settembre dovrebbe partire la sperimentazione,
bocciata da tutti gli utenti della scuola. Settembre non è
lontano...".
Sulla stessa lunghezza d'onda si collocano le prime prese di posizione
degli operatori del mondo della scuola. Secondo il segretario
nazionale della Cgil Scuola, Enrico Panini si "tratta di
interpretazioni assolutamente condivisibili che potrebbero aiutare a
disinnescare il malessere che ruota intorno alla riforma Moratti.
Bisogna innanzitutto tornare alla divisione tra licei e istituti
professionali che hanno generato troppi equivoci e messo in crisi
coloro che nell'ambito della scuola sono costretti ad optare fin da
subito ad una delle due scelte".
Così come positivo è il ritorno alla parola "pubblico" nell'ambito del
ministero ma che, sempre secondo Panini, "non deve restare solo un
auspicio. Piuttosto un segnale di cambiamento che va tuttavia riempito
con i correttivi necessari alla legislazione in materia scolastica".
Sullo sfondo resta il malessere di chi nella scuola vive e lavora e
che fa i conti con alti tassi di precarietà e che dal nuovo governo
aspetta un sogno: una scuola "produttiva" e all'avanguardia.