Napolitano:

docenti motivati, linfa della democrazia.

da ItaliaOggi del 23/5/2006

 

Il primo incontro è stato con loro, con gli scolari. Il neopresidente della repubblica, Giorgio Napolitano, ha dedicato la scorsa settimana agli studenti la prima uscita pubblica, lasciando intendere che i ragazzi delle scuole saranno di casa al Colle, non solo per visitare il Palazzo, ma per dialogare con lui, sulle orme di quanto fatto da Sandro Pertini, al Quirinale dal 1978 al 1985. Napolitano ha anche voluto lanciare un segnale di grande attenzione agli insegnanti dicendo che ´sono una componente vitale della nostra società. Gli insegnanti motivati, che credono nella scuola e nella funzione educativa', ha sottolineato, ´rappresentano, lo dico con profonda convinzione, un pilastro della democrazia italiana'. Motivare gli insegnanti è stata la sfida degli ultimi anni, interpretata da Luigi Berlinguer e Tullio De Mauro, prima, e Letizia Moratti, poi.

Una sfida che procede di pari passo con la valorizzazione economica della professione docente. Una sfida persa, per questioni di metodo e di merito. Persa perché difficile è stato trovare un terreno di incontro con i rappresentanti sindacali e con il corpo docente (si veda il fallimento del concorsone di berlingueriana memoria). Persa perché difficile è stato trovare meccanismi di valutazione dei docenti, che non svilissero il loro stare in classe. Persa perché difficile è stato trovare le risorse necessarie. Del plurimilionario piano di finanziamento per la scuola, promosso dall'ex ministro Moratti, si sono viste poche briciole, destinate peraltro all'attuazione della legge n. 53/2003. Tanto che ad oggi, le uniche entrate aggiuntive su cui possono contare gli insegnanti restano quelle finanziate dai fondi di istituto per lo svolgimento di attività aggiuntive legati al piano dell'offerta della singola scuola. Per il resto, tutto è rimasto sostanzialmente com'era.