Fioroni all'esame della legge Moratti.
Il neoministro dell'istruzione alla marcia di
Barbiana: garantire una scuola di tutti e per tutti. Il viceministro
Bastico interprete delle ragioni abrogazioniste
da
ItaliaOggi del
23/5/2006
´Una scuola di tutti e per tutti'. È nel senso
della distensione la prima dichiarazione del neoministro
dell'istruzione, Giuseppe Fioroni, rilasciata alla marcia di Barbiana,
in ricordo di don Milani. Una dichiarazione perfettamente in linea con
il curriculum di Fioroni: medico, esponente della Margherita, uomo
vicino al presidente del senato, Franco Marini, è un cattolico
credente, cresciuto alla scuola politica della vecchia Dc. Moderazione
e mediazione, insomma, e un buon rapporto con la Curia, hanno convinto
il leader dell'Unione, Romano Prodi, a sceglierlo per la poltrona
incandescente di viale Trastevere. Già, perché mantenere la barra al
centro sulla scuola sarà difficile e richiederà una buona dose di
equilibrio, soprattutto sul fronte della riforma Moratti e della sua
sopravvivenza. I rapporti delicati, spesso intricati con le molteplici
componenti del mondo scolastico (docenti, dirigenti, amministrativi,
sindacati, scuole private, regioni, comuni), sono costati la poltrona
a Luigi Berlinguer e molte tensioni alla Moratti, anche interne al
governo.
Con il decreto legge n. 181/2006, Prodi ha scisso il dicastero che è
stato di Letizia Moratti. Fioroni, preferito alla candidata della
prima ora, Rosy Bindi (pur essa Margherita e andata al neodicastero
della famiglia), alla sola istruzione (che non riacquista l'aggettivo
pubblica), e Fabio Mussi, esponente di rilievo del cosiddetto
correntone dei Ds, all'università e ricerca. Nella pratica del manuale
Cencelli, i due ministeri sono andati ai partiti di maggioranza
dell'Unione.
Attenzione agli equilibri di coalizione, con un occhio alle
aspettative dei settori, anche nella scelta dei sottosegretari. A
viale Trastevere approda, come viceministro, Mariangela Bastico.
Assessore dall'istruzione dell'Emilia Romagna (Ds), la Bastico si è
conquistata sul campo la guida del movimento anti-Moratti. E sarà
probabilmente proprio lei ad avere la delega sull'attuazione della
riforma della scuola. Accantonata già nel programma dell'Unione
l'ipotesi di un'abrogazione totale della legge n. 53/2003, come l'ala
più radicale della sinistra avrebbe invece voluto, alla Bastico il
difficile compito di proporre interventi correttivi. Il primo banco di
prova sarà la sperimentazione dei nuovi licei, che la Moratti aveva
autorizzato a partire dal prossimo settembre e che il neoministro
potrebbe decidere di bloccare. Revisione del diritto-dovere, misure a
garanzia dell'autonomia scolastica, e forse anche nuovi esami di
maturità, gli altri temi che potrebbero impegnare il primo anno di
governo. E non è da escludere che, in sede di stesura della prossima
legge finanziaria, riaffiori un nuovo sistema di finanziamento degli
istituti paritari.
In questi giorni saranno definite anche le deleghe per i
sottosegretari all'istruzione Gaetano Pascarella e Letizia De Torre.
Medico il primo, ex sindaco del comune di Maddaloni e vicepresidente
della commissione difesa al senato della passata legislatura, è
rappresentante di rilevo per i Ds della Terra di lavoro. Assessore
alle politiche sociali del comune di Trento, cresciuta nelle file
della Margherita, insegnante di matematica e attualmente deputata
dell'Ulivo, la seconda.
Fioroni sta intanto procedendo alla nomina della squadra di diretta
collaborazione: il capo gabinetto sarà Lucio Alberti, viceprocuratore
generale della Corte dei conti del Lazio, con esperienze governative
alle spalle al ministero del lavoro di Tiziano Treu (1997).
All'università e ricerca, Mussi può contare sull'apporto di Luciano
Modica (Ds) e di Nando Dalla Chiesa (Ulivo). Modica, già rettore della
conferenza dei rettori delle università, è il candidato naturale alla
delega per i rapporti con il mondo universitario. Anche in questo
caso, già fatto il nuovo capo di gabinetto: sarà Oberdan Forlenza,
consigliere del Consiglio di stato, già al governo con Walter Veltroni
al ministero dei beni culturali.