P a v o n e R i s o r s e

 

Fioroni: chi sarà costui?
Come si sceglie un Ministro per la scuola.

di Rodolfo Marchisio da Pavone Risorse del 18/5/2006

 

E’ stato un periodo in cui abbiamo trattenuto il fiato: prima per capire chi aveva vinto le elezioni, poi per capire chi e come avrebbe potuto governare, infine per capire chi sarebbe stato il nuovo ministro.

Fioroni! Chi?
Cito da La Stampa di oggi 18/5/2006 (pag. 5):

Titoli e competenze: “medico.. ricercatore c/o l’Università cattolica del Sacro Cuore… eletto sindaco di Viterbo…con la Margherita. Segni particolari: ex dc… E’ un fedelissimo di Marini”. Ah ecco!

 

Ma perché lui?

La risposta a pag 4. Titolo “Un governo che piace anche ai vescovi” sottotitolo: “ I cattolici Fioroni e Bindi a Scuola e Famiglia sono una garanzia. OK per Rutelli ai beni culturali”.

“Due sono i dicasteri per cui la sensibilità della Chiesa è storicamente molto alta: la Scuola e la Sanità”….La scelta di Fioroni per la prima ha incontrato livelli di gradimento altissimi fra i vescovi. Vedono il neoministro come un prodotto della cultura ecclesiale di base, …nelle parrocchie…amicizia fraterna con monsignor Andreatta..manager dell’opera Romana Pellegrinaggi… la sua nascita politica nella Democrazia cristiana costituisce un ulteriore “quarto” di nobiltà”.

 

Ma cosa c’entra con la scuola?

“Il problema dei contributi alla scuola privata è un problema ancora aperto; la presenza di Fioroni, dicono alla Assemblea (della CEI nda) sopisce le preoccupazioni della vigilia”.

L’articolo si conclude con l’osservazione che tre erano le cose che premevano alla CEI: scuola (Fioroni, cattolico, Margherita), Famiglia (Rosy Bindi, cattolica, Margherita), Beni culturali, (Rutelli, convertito, Margherita). Prodi e Rutelli si erano impegnati con la CEI.. Di lì non si passa.

 

Alcune osservazioni

1) E’ evidente che la scuola è una materia “trattabile” mentre altri ministeri no.

2) Siamo stati dati in mano ad un cattolico (nessun problema), moderato (ah!), amico della CEI. Come è sempre stato, nel dopoguerra, a parte i due episodi di Berlinguer e De Mauro

3) Si è potuto superare il tabù di un ex comunista (“moderato”) alla Presidenza della Repubblica, persino di un comunista alla Camera e di un sindacalista comunista al Lavoro, ma non quello di un laico progressista a governare la scuola. Forse un governo così “sbilanciato a sinistra “ aveva bisogno di un bilanciamento; la scuola, noi, siamo la merce di scambio.

4) Segnali evidenti:

a) non ci sarà un riequilibrio scuola privata-scuola pubblica

b) la riforma Moratti rimane (come anticipato da Rutelli) con modifiche più forti alle superiori e molto leggere (di facciata) alle scuole elementari e medie

c) niente contro i cattolici, ma è un problema di metodo e del peso che diamo alla scuola; come già detto prima delle elezioni, la lotta per la scuola in cui crediamo continuerà…..

 

Domanda

Quando diventeremo uno Stato laico, autonomo, libero (“libera Chiesa in libero Stato”), in cui la Chiesa ha tutta la libertà che vuole, ma non ha il potere di "designare" alcuni Ministri?

Giudicheremo dai fatti, come tutti; per ora Ruini è (nella foto della Stampa) molto soddisfatto; io un po’ preoccupato e deluso.

Nonostante questo vorrei tornare a ragionare su quello che della Riforma vale la pena di non buttare, perché comunque importante, e su cosa ci dovremo battere per cancellare. Sempre che il cardinale Ruini ce lo permetta . . . la battaglia continua.