La scuola nei primi 100 giorni del Governo Prodi.

di Pippo Frisone,  da ScuolaOggi del 15/5/2006

 

L’inizio dell’anno scolastico 2006/07 coinciderà con lo scadere dei primi 100 giorni del nuovo Governo.

L’auspicio è che la Scuola rientri tra le priorità dell’agenda politica di Romano Prodi.

La maggioranza che a stento il centro-sinistra ha raggiunto in Parlamento, nella Scuola sfiora il 70% e non soltanto in questa legislatura. Il che pone problemi politici di non poco conto.

Il comune sentire tra mondo della scuola e Palazzo potrebbe risultare sfasato, soprattutto rispetto ai tempi della politica. Per tale motivo è più che mai necessario che il Governo mandi un segnale molto forte di svolta e senza equivoci.

In questa fase di avvio della legislatura e tenuto conto della maggioranza risicata non è urgente portare subito in Parlamento la battaglia politica sulla riforma Moratti.

Basterebbero alcuni decreti e qualche circolare per sterilizzare per intanto gli aspetti più controversi della Legge n.53/03.

In particolare, queste sarebbero le materie più urgenti da portare in sala operatoria e sottoporre a rapido intervento chirurgico:

a)    Tutor e insegnante prevalente (Dlgs.n. 59/04)

b)     Portfolio e Scheda di valutazione (CC.MM N. 85/04 E N. 84/05)

c)    Indicazioni nazionali (nuovi programmi), allegati in via transitoria al dlgs. n.59/04

d)     Adozione dei libri di testoin coerenza con le indicazioni nazionali (c.m.46/05)

e)    Tempo pieno e tempo prolungato, prevedendo il superamento dei limiti di organico, della riduzione del tempo scuola e ripristino del precedente modello didattico-organizzativo.

E’ necessario nello stesso momento aprire subito un grande dibattito nelle scuole e nel paese sulla riforma del sistema scolastico, collegandola a quella dell’università, della ricerca e della formazione professionale. occorre ragionare con l’ottica non più settoriale ma di sistema, superando ogni autoreferenzialità e guardando di più a cosa succede nel campo della conoscenza in europa.

Un appuntamento in tal senso decisivo sarà il referendum costituzionale di fine giugno.

Se passerà la “devolution” che vorrà dire anche regionalizzazione del sistema formativo, verranno ridimensionate ancor più le velleità politiche del centro-sinistra anche sulla scuola. in quel caso dovremmo aspettarci, sempre se reggerà il governo, qualche ritocco di facciata alla riforma Moratti e un po’ di piccola manutenzione.

Se, invece, il progetto di riforma costituzionale proposto dal centro-destra verrà bocciato, come auspichiamo, il Governo Prodi ne uscirà maggiormente legittimato e rafforzato a intervenire anche radicalmente nel superamento della Legge n.53/03.

Il primo segnale politico forte su come andrà a finire questa complessa partita lo dirà l’elezione a Sindaco di Milano.

Una bocciatura della Moratti potrebbe contribuire a superare ogni cautela e titubanza nel centrosinistra , rispetto all’azzeramento delle riforme su scuola, Università e Ricerca così ostinatamente volute dall’ex Ministro.