Una via lombarda alla riforma? da TuttoscuolaNews, N. 256, 31 luglio 2006
L'art. 116 della Costituzione nella versione modificata nel 2001 - uscita rafforzata anche dall'esito del referendum del 2006, che ha respinto la "devolution" bossiana - prevede che, al di là di quanto previsto per le Regioni a statuto speciale, anche alle altre Regioni possono essere attribuite su materie specifiche "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia". Si tratta di quel "federalismo a geometria variabile" sul quale esiste in Parlamento e in molte Regioni un ampio consenso trasversale. Su questa base, il pragmatico presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, preso atto dell'esito del referendum (che comunque in questa Regione ha visto prevalere i sì), si accinge a chiedere più autonomia per la Lombardia in varie materie, tra le quali l'istruzione (insieme a salute, ambiente, energia, ricerca scientifica, giustizia di pace). La Regione si avvarrebbe di questa sua più ampia autonomia per rafforzare, a sua volta, l'autonomia delle singole istituzioni scolastiche. Ecco come la prefigura Formigoni in un'intervista rilasciata al "Corriere della Sera" di sabato 29 luglio: "I programmi resterebbero quelli fissati a livello nazionale, salvo la piccola quota definita da ciascuna Regione, ma ogni istituto dovrebbe avere un'autonomia esasperata nella definizione dell'offerta formativa, nella gestione delle risorse finanziarie e umane", e per il personale "si potrebbe arrivare a una contrattazione decentrata per tradurre anche in termini economici la valorizzazione delle professionalità". L'autonomia "esasperata" (Formigoni dice proprio così) delle scuole si spingerebbe fino a consentire ad esse di gestire percorsi talmente personalizzati da riassorbire anche i percorsi sperimentali triennali fin qui realizzati nell'ambito del morattiano "sistema di istruzione e formazione"? |