Riforma della riforma/1. Un anno per decidere

da TuttoscuolaNews, N. 253, 10 luglio 2006

 

Il governo doveva scegliere tra  due  linee:  sospendere  l'attuazione della riforma Moratti nel suo insieme (come fece il governo Berlusconi con la legge n. 30/2000),  riservandosi  di  decidere  in  un  momento successivo se abrogarla o emendarla per via  legislativa,  oppure  non sospenderla, rinviando però nel tempo la  concreta  applicazione  dei suoi decreti legislativi, e prendersi così il  tempo  necessario  per studiare le modifiche ai decreti, cioè per emendarli e  adattarli  in via amministrativa.

La scelta è stata chiaramente la seconda, perchè nel  decreto  legge cosiddetto    "milleproroghe"   (già  approvato  dal  Senato,  verrà approvato definitivamente  oggi  10  luglio  dalla  Camera)  è  stato disposto il prolungamento di 18 mesi dei  termini  entro  i  quali  è ancora possibile per  il  governo  modificare  i  decreti  legislativi adottati (una possibilità prevista dalla stessa legge n. 53/2003): in pratica i decreti 76 e  77  del  15  aprile  2005  (diritto/dovere  di istruzione e  formazione  per  12  anni  e  alternanza  scuola-lavoro) potranno essere modificati fino ad aprile 2008, e i decreti 226 e  227 del 17 ottobre 2005  (secondo  ciclo  e  formazione  docenti)  fino  a ottobre 2008.

Più complicata è la questione dei primi due decreti legislativi  (n. 59,  primo  ciclo,  e  n.  286,  valutazione),  adottati  nel  2004  e modificabili solo per legge: in questo caso il Ministero può  operare solo con normativa secondaria. Ma i margini  di  interpretazione  sono abbastanza rilevanti, e i punti più delicati (tutor, portfolio, tempo scuola) largamente inattuati, oltre che contestati.

I tempi più distesi consentiranno  alla  maggioranza  di  governo  di trovare un accordo al proprio interno sulle questioni  più  delicate, in coerenza con quanto più volte dichiarato dal  ministro  Fioroni  e confermato davanti alle Commissioni di merito di Camera (29 giugno)  e Senato (4 luglio): "non ci sarà una mia riforma. Ma la scuola  chiede stabilità e certezze. Per il primo  ciclo,  dunque,  c'è  bisogno  di modifiche  mirate. Per  innalzare  il  livello  di  tutti  l'istruzione obbligatoria sarà prolungata di due  anni."  Nell'esposizione  delle linee di indirizzo in Parlamento Fioroni ha anche sottolineato che  la "madre di tutte le  battaglie"  è  la  lotta  contro  la  dispersione scolastica, che  comporta  (come  sempre  negli  ultimi  35  anni)  la soluzione del  problema  di  come  conciliare  l'aumento  dell'obbligo scolastico con una struttura del biennio sufficientemente  articolata, flessibile e inclusiva.