IL CASO. DOPO CHE LA MORATTI HA ISTITUITO LA
COMMISSIONE INTERNA
E’ IL 97 PER CENTO DEI CANDIDATI A SUPERARE LA PROVA FINALE.
«Tutti promossi» Questa maturità è troppo facile.
In aumento anche i diplomati con 100/100
L’allarme delle Università: «Profonde lacune».
di Raffaello Masci, da
La Stampa del
13/7/2006
ROMA. «Todos caballeros». All’esame di maturità
i bocciati sono sempre di meno, i promossi sempre di più, stando ai
primi dati provvisori diffusi dall’Invalsi (l’istituto di valutazione
del ministero dell’Istruzione).
Nella categoria bravi, poi, i supersecchioni insigniti del massimo dei
voti (100/100) sono un piccolo esercito che quest’anno sfiora la quota
dell’8,5%, confermando il trend degli anni precedenti. Infatti, la
commissione tutta interna (eccetto il presidente) introdotta dalla
Moratti per ragioni di cassa (non c’erano soldi per pagare tutte le
trasferte) ha prodotto bravi e superbravi a iosa: 9,3 nel 2003, 9%
l’anno successivo e 9,4% nel 2005.
Se la scuola italiana è una indiscussa fabbrica di geni, non
meraviglia che i bocciati siano ormai una esigua minoranza: quest’anno
- sempre secondo i primi dati - arriveranno si e no al 3% e la cifra
sarà la più bassa dal ‘99, anno in cui quei «torquemada» dei
commissari d’esame bocciarono ben il 6% dei candidati.
In questo panorama è appena il caso di sottolineare che, tra i
promossi, quelli che ce l’hanno fatta per il rotto della cuffia e che
una definizione politicamente scorretta bollerebbe come «somari», sono
una specie in via di estinzione: quest’anno saranno al massimo il 10%,
contro il 12,4% dello scorso anno, l’11,3% di due anni fa, l’11,4% del
2003, e via elencando.
A questo punto, veramente, non si capisce perché l’indagine Pisa (Programme
for International Student Assessment) che ogni tre anni viene svolta
dall’Ocse per valutare la preparazione degli studenti italiani
rispetto a quelli degli altri 28 Paesi dell’organizzazione, ci dia tra
il terzultimo e il penultimo posto in tutti e tre e campi di indagine
(matematica, scienze e capacità di lettura della lingua madre).
Il 65% dei «maturi», poi - dicono le statistiche - si affaccia
all’università e i 107 atenei italiani sono ormai alla disperazione.
Nel marzo scorso il rettore del Politecnico di Milano, Giulio Ballio,
sottolineò drammaticamente questo problema, sostenendo che i livelli
di preparazione delle matricole sono quantomai differenziati e spesso
molto scarsi: «Non possiamo spiegare - denunciò - le potenze e le
equazioni di primo e secondo grado perché molti non sono in grado di
capirle, così come non sanno rispondere ad altre domande elementari».
Un’esperienza che conosce bene la terza Università di Roma - uno degli
atenei di più moderna concezione - che ha introdotto il numero
programmato per tutte le facoltà, e sottopone tutti gli studenti prima
dell’iscrizione ad uno screening affidato a prove oggettive (test o
questionari scritti). «Tra i candidati all’immatricolazione - spiega
il prorettore Mario Morganti - si avverte una disomogeneità molto
forte.
Una cifra oscillante tra il 25 e il 30 per cento manca delle basi in
molte materie, specie scientifiche. A questi proponiamo dei corsi
propedeutici brevi ma intensivi e, spesso, anche dopo queste
integrazioni, il livello resta basso. E’ come se non fossero mai stati
valutati accuratamente». Anche i sindacati sono preoccupati per questa
deriva determinata dall’incrocio tra valutazione approssimativa e
preparazione scadente: «Da quando ci sono state le commissioni interne
- ha detto il leader della Uil scuola Massimo Di Menna - l’esame di
Stato ha perso importanza, non essendo più un punto centrale per la
formazione di tante generazioni e un momento di seria verifica.
E’ una maturità, insomma, che rischia di essere solo “una tappa” tra
le tante attività scolastiche. Il che scredita fortemente il valore
legale del titolo di studio, dopo aver demolito quello di mercato». Il
ministro della Pubblica Istruzione Beppe Fioroni ha promesso che un
esame come quello finora svolto non ci sarà più, ma perché il nuovo
possa essere operativo già dal prossimo anno scolastico, il
provvedimento di istituzione dovrà essere varato entro l’estate. Fonti
del ministero fanno sapere, infatti, che entro la fine di questo mese
la nuova maturità sarà definita e inizierà il suo iter, probabilmente
per decreto.