Tramontano tutor e portfolio.
Il prossimo anno scolastico inizierà senza tutor.
Lo prevede un accordo siglato all'Aran ieri pomeriggio
tra i rappresentanti dell'amministrazione dei sindacati della scuola
di Antimo Di Geronimo
da ItaliaOggi del 18/7/2006
Il prossimo anno scolastico inizierà senza tutor. Lo prevede un
accordo siglato all'Aran ieri pomeriggio tra i rappresentanti
dell'amministrazione dei sindacati della scuola.
La cancellazione del tutor deriva dalla disapplicazione delle norme
che ne prevedono l'introduzione. È ciò ha come conseguenza anche
l'eliminazione del portfolio. Che aveva come premessa l'esistenza del
tutor al quale competeva la relativa compilazione. L'accordo prevede
anche il mantenimento della scansione annuale della mobilità del
personale scolastico. E la disapplicazione delle disposizioni che
prevedevano l'introduzione di apposite figure professionali per
consentire gli anticipi nella scuola materna.
Disapplicata anche la normativa che consentiva alle scuole di assumere
esperti con contratti d'opera per introdurre nuovi insegnamenti
opzionali e facoltativi nel piano dell'offerta formativa.
Insomma, dal 1° settembre prossimo le scuole primarie (le più colpite
dagli effetti dell'introduzione del tutor) potranno mandare in
soffitta la maestra prevalente e potranno reintrodurre
l'organizzazione modulare. E anche le scuole dell'infanzia e le scuole
medie potranno ritornare all'organizzazione precedente del lavoro,
azzerando le gerarchie introdotte dalla riforma Moratti. ´A settembre
gli insegnanti potranno andare a lavorare con maggiore serenità, senza
tutor e senza portfolio', ha detto Rino Di Meglio, coordinatore
nazionale della Gilda degli insegnanti a margine dell'incontro. ´E ciò
anche grazie alla Gilda, che ha sollecitato per prima
l'amministrazione e le organizzazioni sindacali', ha concluso Di
Meglio, ´affinché si giungesse a un accordo in tempo utile per l'avvio
dell'anno scolastico'. ´L'intesa raggiunta è positiva', mette in
evidenza Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola,
´perché contribuisce a dare elementi chiari e concreti agli insegnanti
e alle scuole del primo ciclo dell'istruzione già per l'avvio del
prossimo anno scolastico e punta sul valore della professionalità
degli insegnanti e sulle opportunità organizzative e didattiche
dell'autonomia scolastica'.
Si conclude, dunque, con un colpo di spugna l'annosa querelle sul
tutor che, nella passata legislatura, ha opposto sindacati e
amministrazione in un lungo braccio di ferro.
Ecco una breve esposizione dell'antefatto.
Il tutor. La figura è prevista dal decreto legislativo 59/04 che
all'art. 7, quinto comma, dopo aver confermato che il perseguimento
delle finalità della scuola primaria, assicurato dalla
personalizzazione dei piani di studio, è affidato a docenti
responsabili delle attività educative e didattiche, dispone e delinea
la figura del tutor.
Dal medesimo articolo, al comma settimo, si evince che il dirigente
scolastico assegna i docenti alle classi, e quindi anche il docente
tutor, sulla base dei criteri generali definiti dal collegio dei
docenti.
Perlomeno stando a quanto riportato in una circolare emanata
dall'ufficio scolastico regionale della Sardegna il 21 settembre 2004
(disponibile sul
sito.
Il portfolio. Il docente tutor cura anche il portfolio: un nuovo tipo
di pagella, per la cui compilazione si è sempre navigato a vista, a
causa dell'incertezza del quadro normativo che avrebbe dovuto
regolarne l'impiego. Per cercare di tamponare la situazione il
ministero dell'istruzione, nella scorsa legislatura attivò anche un
servizio di faq sul
sito internet di viale Trastevere.
Ma per il tutor ci vuole il contratto. Il tutor e il portfolio, però,
sono adempimenti che integrano e modificano la prestazione
professionale dei docenti. E siccome il rapporto di lavoro è regolato
dal contratto, per introdurre il tutor, l'amministrazione centrale
avrebbe dovuto stipulare un apposito contratto con i sindacati
rappresentati della scuola. La trattativa, peraltro, venne avviata il
14 ottobre 2004. E in quell'occasione l'Agenzia per la rappresentanza
negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) consegnò ai sindacati
una bozza di articolato che, però, prevedeva retribuzioni minime per
coloro che avrebbero dovuto svolgere l'incarico. Ciò indusse i
sindacati a non accettare la proposta e, da allora, non si è saputo
più nulla. Salvo riprendere il discorso ieri, 17 luglio, e chiudere
rapidamente la trattativa con la stipula dell'accordo.