Il ministro Mussi: "Giudicare con standard internazionali"
L'ente esaminerà anche chi lavora già nelle università

Atenei, verso la riforma dei concorsi
Agenzia esterna valuterà i docenti.

La riforma Moratti del "3 più 2" sarà corretta, non cancellata
Sgravi fiscali per le aziende che investono nella ricerca

la Repubblica del 4 luglio 2006

 

Fabio Mussi, ministro dell'Università e della Ricerca ROMA - Riformare i vecchi concorsi universitari, puntando ai risultati e al merito. Creare "un'agenzia di valutazione indipendente" ed esterna agli atenei che selezioni i docenti. Il programma del ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi è, se non un addio ai concorsi pubblici, per lo meno un tentativo di cambiare in modo radicale il sistema della assunzioni nelle facoltà italiane.

"Dobbiamo progressivamente spostare il baricentro
della selezione dalla procedura dei concorsi ai risultati", ha spiegato Mussi. Per farlo, secondo il ministro, è necessario "organizzare un sistema di valutazione del merito estremamente rigoroso, in cui tutti all'interno degli atenei siano valutati con standard internazionali: chi è selezionato e chi seleziona, chi entra per la prima volta nell'università e chi ci sta da sempre".

A stilare questa "pagella" di chi lavora nelle università dovrebbe essere "un'agenzia per la valutazione indipendente e dotata di forti poteri", per la quale presto verrà presentata la legge istitutiva. "Ogni università - ha spiegato Mussi - deve essere autonoma non solo nello gestire il suo budget e la sua immagine ma anche i suoi docenti, pur mantenendo il principio della valutazione comparativa".

Tra le proposte del ministro fatte oggi alla Commissione Cultura della Camera, trovano spazio anche altri progetti. Per esempio la convocazione di una conferenza nazionale sulla condizione degli studenti e gli sgravi fiscali di un miliardo di euro in due anni per le aziende che investono in ricerca. Proprio questa sarà riorganizzata "cancellando la burocratizzazione", mentre sarà corretta ma non eliminata la riforma del "3 più 2" che prevede una laurea di primo livello e poi una specialistica.