"Maturità" alla frutta/3. da Tuttoscuola del 30/7/2006
Un analitico documento dell’ADi (Associazione Docenti italiani), che prende in considerazione anche i principali modelli europei, prospetta per l’esame di Stato una cura assai più radicale di quella d’urgenza proposta al ministro Fioroni dal Forum delle Associazioni professionali. Seguendo in questo il modello francese, l’esame sarebbe sdoppiato in due livelli: alla fine del quarto (penultimo) anno gli allievi sosterrebbero alcune prove su materie di carattere generale di fronte a commissioni interne "non dissimili da quelle finora previste per la licenza media, con scambio di insegnanti fra le classi coinvolte". Per la predisposizione delle prove le commissioni dovrebbero utilizzare standard nazionali di riferimento. Per quanto riguarda l’esame finale, rivolto all’accesso ai corsi universitari, AFAM e IFTS, le prove dovrebbero invece essere predisposte e gestite rigorosamente dall’esterno. "La soluzione può ricercarsi o in apposti enti certificatori o in commissioni miste di docenti della secondaria di 2° grado e delle università o istituti di istruzione superiore a cui i candidati intendono iscriversi. La gestione dovrebbe essere decentralizzata a livello regionale". Oggetto dei programmi dell’ultimo anno, e delle prove d’esame, dovrebbero essere esclusivamente le discipline di indirizzo, "scelte sulla base della coerenza con lo sbocco successivo". Per questo l’esame del quinto anno "dovrebbe sostituire completamente i test d'ingresso attualmente svolti dalle università". La proposta dell’ADi presenta anche altri aspetti di rottura, alcuni discutibili o complicati, come la soppressione del valore legale del titolo: sembra un po’ contraddittorio che un meccanismo di forte riaccreditamento del valore sostanziale del titolo, come quello proposto, finisca poi per negargli valore sul piano legale. Comunque il contributo dell’ADi al dibattito sull’esame appare interessante e potrebbe stimolare ulteriori confronti e approfondimenti. |