Maturità, pugno duro del Ministero.
Prove annullate e "private" bloccate.

Annullate centinaia di prove, duemila studenti spostati di sede. Nel mirino degli ispettori del Miur gli istituti privati: in bilico 30 licenze di parità

 la Repubblica del 12 luglio 2006

 

ROMA - Pugno di ferro del Ministero della Pubblica Isruzione sugli esami di maturità, in particolare per le scuole private: ventimila ispezioni, cinquanta prove di maturità annullate, un centinaio di ragazzi ammessi con la media dell'otto esclusi dagli esami e ben venti proposte di revoca della parità ad istituti privati per irregolarità. I numeri del gruppo ispettivo costituito presso il ministero dell'Istruzione sull'esame di Stato parlano chiaro.

Per la prima volta, dunque, il Ministero non ha usato mezzi termini nei confronti dei noti "diplomifici" che, ogni anno, sfornavano studenti modello senza che, a volte, ne avessero i requisiti.

La task force di 150 ispettori ha vagliato circa 20.000 istituti, ovvero, il 90% del totale delle commissioni. Alcuni hanno assistito le prove dei candidati ricoverati in ospedale (10 studenti interni, 7 di licei e 3 di istituti tecnici), altri hanno invece seguito i 15 maturandi detenuti che hanno sostenuto gli esami nelle case circondariali.

Particolare attenzione è stata rivolta ai candidati delle scuole private, 45mila nel 2006, contro i 42mila di 12 mesi fa. Conti alla mano, il 7% in più in un anno. I controlli hanno scandagliato i documenti prodotti dalle scuole e i reali requisiti degli alunni per poter essere ammessi agli esami. E' a questo punto che sono venute alla luce irregolarità insanabili in 50 casi, per cui il Ministero ha subito proceduto all'annullamento delle prove di esame.

"L'avvio di questa operazione trasparenza - commenta il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni - rende un servizio a tutta la scuola, soprattutto alle scuole paritarie serie che si assumono oneri e onori per garantire agli studenti e alle famiglie prestazioni di qualità. I controlli, ovviamente, hanno riguardato tutte le scuole, paritarie e non paritarie".

Vagliando invece le residenze dei privatisti (in Italia oltre 10mila studenti, il 2% in più rispetto al 2005), gli ispettori hanno imposto a circa 2.000 candidati lo spostamento in istituti statali o la riassegnazione ad istituti delle località di provenienza. "Individuare e rimuovere chi snatura la parità - ha aggiunto Fioroni - è l'unico modo per dare ai ragazzi il diritto a un'istruzione di qualità che sia omogenea e garantita su tutto il territorio nazionale".

Numerosi sono anche gli studenti che, la notte prima degli esami, hanno rischiato di dover rimandare la prova di un anno per la revoca della parità in 30 istituti. Il nodo è stato sciolto con il dirottamento dei candidati in scuole statali della provincia di appertenenza ma non soltanto. I vari Tar responsabili, dopo aver accolto il ricorso contro il Ministero presentato dai gestori degli istituti, ne ha riabilitati alcuni. In 20 casi, però, le irregolarità si sono rivelate così gravi da indurre la squadra d'ispezione a formulare la proposta di revoca della parità.

Un'altro fronte di attenzione si è concentrato sulle prestazioni degli studenti che, per merito, fanno più anni in uno. Si tratta dei cosiddetti "saltatori", un fenomeno che negli istituti paritari, negli ultimi tre anni, ha subito un grande incremento. Qui sono emersi i 100 candidati titolari di una media dell'otto, in realtà del tutto fittizia che sono stati esclusi dagli esami di Stato.

"Una scuola aperta a tutti, che vuole valorizzare l'autonomia, deve garantire prima di tutto la valutazione degli standard di qualità e il controllo del rispetto delle regole".