RAPPORTO EURYDICE
Sale il tasso decisionale degli istituti, dagli orari ai programmi.

Autonomia sempre più gettonata.

Il reclutamento degli insegnanti resta una scelta centralista

da ItaliaOggi del 4/7/2006

 

Autonomia delle scuole: un traguardo sempre più vicino, soprattutto in Italia. Dall'offerta educativa ai criteri per il reclutamento degli alunni, dall'assegnazione di budget per le risorse destinate alle spese di funzionamento, fino alla programmazione della formazione in servizio, tutto è affidato all'autonomia degli istituti scolastici, a discapito dell'amministrazione centrale. Molti passi in avanti quindi, anche se le scuole italiane ed europee non sono del tutto indipendenti, anche nei sistemi estremamente decentralizzati, come Ungheria, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. In ogni caso l'autonomia maggiore è lasciata per lo più agli ambiti prettamente pedagogico didattici. Mentre per quel che riguarda la programmazione e la gestione del personale e delle risorse finanziarie di una certa entità la decisione prese a livello decentrato continuano a essere ancora rare. A dirlo, l'ultimo rapporto pubblicato da Eurydice la rete di informazione sull'istruzione in Europa, che affronta il tema autonomia attraverso sei ambiti: offerta educativa, contenuti e processi di insegnamento, regolamenti e l'organizzazione scolastica, le risorse finanziarie e materiali, le risorse umane e i finanziamenti privati.

L'offerta educativa cioè le modalità di organizzazione dell'insegnamento e di apprendimento nelle scuole presenta ancora, secondo il rapporto, contrasti evidenti: se infatti sul numero annuale dei giorni scolastici le scuole non hanno alcun potere decisionali poiché tutto è stabilito dal governo centrale, al contrario, l'elaborazione dell'orario settimanale delle materie viene deciso, quasi ovunque, a esclusiva discrezione delle scuole.

Per quanto attiene invece i contenuti del processo di insegnamento, le scuole godono invece di una maggiore autonomia. Per esempio nella scelta dei metodi di insegnamento o in quella dei manuali scolastici gli istituti hanno un po' ovunque, Italia compresa, pieni poteri decisionali. Se l'autonomia tende a essere limitata per la definizione dei contenuti dei programmi di insegnamento, tutti i paesi tranne Germania, Lettonia e Lussemburgo, accordano almeno un certo potere decisionale agli istituti per quanto riguarda la valutazione continua degli alunni.

Gli istituti sono autonomi anche per la composizione delle classi. Invece, i criteri di selezione degli alunni, al momento dell'iscrizione, tendono a essere completamente al di fuori del campo di decisione degli istituti o ad esserlo in modo limitato, eccezion fatta per l'Italia, Repubblica Ceca e Ungheria che godono di un'autonomia totale per la definizione di questi criteri. È nell'ambito delle risorse umane che il livello di autonomia delle scuole si differenzia maggiormente in Europa. Ciò può essere dovuto al fatto che diversi livelli amministrativi sono responsabili dell'assunzione degli insegnanti. In Italia per esempio alle scuole è lasciata solo la scelta di programmare la formazione in servizio, mentre dalla definizione del numero di cattedre di insegnamento al reclutamento degli insegnanti è il ministero dell'istruzione a decidere. Nei paesi del Regno Unito, nella Repubblica Ceca e in quella Slovacca invece, le scuole godono di un margine di manovra più ampio per reclutare gli insegnanti e, in particolare, per sostituire quelli assenti più che per nominare il capo di istituto o stabilire il numero di posti di docenza.

La pianificazione della formazione continua degli insegnanti è un parametro per il quale invece quasi tutti i paesi dispongono di piena autonomia.

Per quanto riguarda il finanziamento, è necessario distinguere tra lo stanziamento di fondi pubblici relativo al budget globale degli istituti e l'attribuzione del budget destinato ai beni e ai servizi di funzionamento cioè tutte le spese di gestione, i materiali. In Italia le scuole godono di piena autonomia per l'assegnazione delle risorse destinate alle spese di funzionamento e l'acquisto di beni mobili (attrezzature scolastiche e materiali didattici), mentre non alcun potere sull'assegnazione del budget scolastico globale (risorse destinate alle spese di personale, di funzionamento e risorse di capitale).