Il patriarca di Venezia: "La scuola di Stato è superata". E scatta la reazione nel mondo laico. Bertinotti: "Deve essere pubblica per comprendere tutti"

Scuola, polemica con il Vaticano
Fioroni "stoppa" il cardinale Scola.

 la Repubblica del 16 luglio 2006

 

ROMA - La scuola italiana "è di tutti e per tutti". Lo ha ribadito il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, commentando le dichiarazioni del Cardinale Angelo Scola secondo il quale "la scuola di Stato è superata" e la scuola stessa va affidata alla società civile. "Il Patriarca di Venezia tocca temi che meritano riflessione e approfondimento. Come ministro della Pubblica Istruzione - ha aggiunto - farò questa riflessione nell'interesse della scuola italiana, che è la scuola di tutti e per tutti".

La reazione del ministro della Pubblica Istruzione arriva a mettere il sugello al malumore provocato dalle parole del Patriarca di Venezia sul sistema scolastico italiano. Una provocazione intellettuale, come lo stesso cardinale sottolinea, anticipata sulle pagine del Corriere della Sera che Scola ha messo al centro dell'omelia nella messa per la festa del Redentore a Venezia.

"Lo Stato deve passare dalla gestione al puro governo del sistema scolastico-universitario"; "Lo Stato deve rinunciare in linea di massima a farsi attore propositivo diretto di progetti scolastici e univesitari per lasciare questo compito alla società civile". Questi i passi principali della proposta del porporato, che chiede dunque di superare "quello che costituisce il fattore di blocco del nostro sistema scolastico e universitario: il mito della scuola unica".

Su questo il Patriarca chiede di "aprire un dialogo a tutto campo" sottolineando - quasi ad anticipare le critiche - che "non è una perorazione per la scuola cattolica, che pure per me riveste un'importanza considerevole; nè il solito lamento sulla crisi della scuola e dell'università".

Decise le reazioni: grande rispetto per il ruolo del cardinale, ma deciso deissenso sulle sue parole. E' il tono del presidente della Camera, Fausto Bertinotti: "Si tratta di una intervista impegnativa di un ecclesiasta così autorevole come l'arcivescovo di Venezia. Io la penso, però, molto diversamente, penso che la scuola in una società che diventa sempre più meticcia debba essere unitaria e cioè pubblica per comprendere tutte le etnie, le religioni e i punti di vista in una costruzione unitaria che è quella della convivenza in cui ognuno rispetti l'altro ma si confronti con lui quotidianamente".

E così l'espoonente della Margherita Franco Monaco: "Rispettosamente dissento dalle conclusioni del card. Scola, che pure muove da presupposti condivisibili: l'esigenza di una scuola espressione della società, meno centralistica e burocratica, e un'idea positiva della laicità intesa non come agnosticismo ma come attitudine al confronto". Durissimo Aurelio Mancuso, segretario dell'ArciGay: "Il Patriarca ripropone l'equazione meno Stato più Chiesa cattolica, anche nel sistema formativo italiano. Per fortuna che c'è la Costituzione e, che questa minoranza aggressiva contraria al pluralismo e alle libertà individuali, non potrà agevolmente portare avanti i suoi propositi di annettersi la formazione delle nuove generazioni".

Di altro tono e grande disponibilità la reazione dei giovani di Forza Italia: "Le parole del cardinale sono l'occasione per un dibattito serio e pacato sullo stato dell'educazione nel nostro Paese".