Gli esami di maturità non si toccano.

anlaz. da Il Gazzettino di Vicenza dell'8/7/2006

 

Gli esami di maturità non si toccano. Anzi, vanno rafforzati. Non ha dubbi a riguardo Francesco Bortolotto, coordinatore regionale della Gilda degli insegnanti ed ex senatore dell'Ulivo dal 1996 al 2001.

«Gli esami di Stato conclusivi del ciclo di studi, quelli cioè che danno il diploma, non vanno aboliti, ma rafforzati. È necessario recuperarne interamente il senso e la serietà. La nostra associazione, di soli docenti, porta avanti da anni questa tesi. Tesi peraltro supportata da molti altri esperti».

 

Perché siete contrari all'abolizione della maturità?

«Il motivo è semplice. Noi riteniamo, e non per spirito corporativo, ma per logica professionale, che siano coloro che conoscono il "mestiere" che debbano decidere chi sa e chi non sa. Chiedere al mercato di giudicare sarebbe come chiedere ad un sarto di giudicare il lavoro di un ingegnere. Una sciocchezza. Diciamocelo chiaramente: il mercato vuole fagocitare la scuola, piegarla ai sui interessi di efficienza e di profitto. Ucciderla. La scuola non può essere trasformata in un grande corso di formazione al lavoro. Certo del lavoro deve tener conto, ma deve anche far transitare bambini e adolescenti verso l'età adulta, trasmettere cultura, formare cittadini».

 

Quale alternativa proponete, quindi?

«Di uscire dalla finzione attuale. Perché di finzione si tratta, visto che gli esaminatori sono gli stessi professori che hanno insegnato durante l'anno. Servono dei professori esterni (in questo senso ci va bene la proposta presentata dall'Unione in campagna elettorale), che attuino un controllo di tipo professionale su docenti e studenti. E soprattutto, va fatta una scelta di base: vogliamo continuare con la promozione quasi garantita, favorendo così il disimpegno e il lassismo? O vogliamo piuttosto recuperare una seria selezione? E questo non per escludere, ma per orientare all'interno del percorso scolastico in modo conforme alle capacità e all'impegno. Questa sarebbe una lezione di vita. E sicuramente anche una lezione "di mercato"».