Studiare la Costituzione a scuola? Si fa già.

da Tuttoscuola del 14/7/2006

 

Anche a seguito dell’esito del referendum del 25-26 giugno, non sono mancati appelli e proposte affinché lo studio della Costituzione italiana (quella del 1948) entri nei programmi scolastici.

Una delegazione del Comitato promotore del referendum costituzionale, formata da Franco Bassanini, Sandra Bonsanti, Leopoldo Elia, Maria Troffa, Mattia Stella, Pino Turri, Enrico Panini (segretario della Flc-Cgil), ha incontrato la scorsa settimana il ministro Fioroni e gli ha sottoposto l’idea di dedicare alla Costituzione "una apposita giornata, da collocarsi nella parte finale dell’anno scolastico". Lo stesso Comitato si è dichiarato disponibile a "predisporre un elenco di costituzionalisti, storici, esperti di questioni istituzionali, disponibili ad affiancare gratuitamente il corpo docente, a richiesta dei singoli istituti, in questo lavoro di lettura commentata e approfondimento del testo costituzionale".

Il ministro Fioroni ha accolto la proposta con interesse, ma si è riservato di "approfondirne le concrete modalità applicative". Secondo noi ha fatto bene per almeno due motivi. In primo luogo perché occorre evitare di dare all’iniziativa un carattere troppo celebrativo e vagamente "politically correct", e poi perché l’insegnamento della Costituzione a scuola è già previsto all’interno dei programmi di Educazione civica, e si tratterebbe caso mai di rilanciare questa attività didattica anche pianificando appositi corsi di formazione dei docenti interessati.

Peraltro l’insegnamento in forma sistematica della Costituzione è previsto già, in forma curricolare (due ore settimanali di Diritto ed Economia), nel biennio iniziale dei "programmi Brocca", tuttora molto diffusi nelle scuole secondarie superiori a livello sperimentale, e nei primi due anni degli istituti professionali di Stato, nei cui piani di studio questo insegnamento fu inserito con il passaggio del "Progetto ‘92" in ordinamento (1992-1994). Insomma, non si parte da zero.