Vincenzo Brancatisano

Slitta l’abrogazione delle norme, d’accordo Cgil-Cisl-Uil.

L’Unione: “Contrordine, precari”.

Protesta verso politici e sindacati. Rifondazione attacca

da vincenzobrancatisano.it, 18 luglio 2006

 

C’è delusione e rabbia nel mondo della scuola. Alla vigilia delle immissioni in ruolo, e a un mese dagli incarichi annuali, gli insegnanti fanno i conti con quello che definiscono “il tradimento delle promesse elettorali” da parte del governo e protestano contro i sindacati. Brucia molto la mancata “copertura di tutte le cattedri vancanti” e il “superamento del precariato”, cioè la promessa che forse ha determinato la risicata vittoria elettorale. Ma ad infiammare gli animi è il doppio punteggio previsto per chi ha insegnato in montagna, in carcere e nelle isole minori, che per l'inerzia legislativa causerà anche quest’anno ingiusti scavalcamenti in graduatoria. “Ingiusti” anche perché il contestato meccanismo è stato già definito “scandaloso” dai politici modenesi, prima delle elezioni. Il vice ministro Bastico, l’ex ministro Giovanardi, l’on. Manzini e altri avevano addirittura firmato una pubblica petizione per la sua abolizione e per questo la Bastico era diventata un simbolo di speranza, come si legge in vari forum on line. Il 29 maggio scorso, la deputata Ds, Manuela Ghizzoni (poi divenuta membro della Comissione Istruzione della Camera), assieme al compagno di partito sen. Giuliano Barbolini, in un’assemblea della Gilda avevano promesso il loro impegno per l’abolizione della norma, creando aspettative anche grazie a un suo fitto scambio epistolare con i precari. Non sapevano, gli insegnanti, che i parlamentari modenesi, usciti dalla riunione della Gilda, avrebbero incontrato i rivali sindacati modenesi Cgil-Cisl-Uil-scuola. Non è provato che i politici si siano lasciati influenzare dalla Triplice, che pure dice e scrive di contestare il superpunteggio. Tuttavia si scopre che al termine di una riunione modenese avvenuta il 20 giugno, i confederali hanno espresso “soddisfazione” in quanto hanno “registrato da parte del Senatore Barbolini e dell'Onorevole Ghizzoni, interesse in merito alle problematiche toccate”. E una delle problematiche toccate è stata risolta in questo modo: “Essendo ormai i tempi insufficienti per le modifiche di legge – si legge in un documento congiunto dei tre sindacati – le future nomine manterranno i criteri di attribuzione del punteggio vigenti, questo per non creare nuove incertezze in coloro che andranno a scegliere ad agosto prossimo”. Altro che abrogazione, questo è un rilancio della norma. Ma non è finita. Il 5 luglio la Ghizzoni firma la Risoluzione parlamentare n. 7-00017, consultabile sul sito www.vincenzobrancatisano.it,  tesa, come fa sapere ai precari via email, “ad adottare le necessarie iniziative idonee” ad abrogare, tra l’altro il superpunteggio. Mai abrogato. E mentre il sen. Manzione (Margherita) chiede un decreto legge per abolire con urgenza il punteggio “che penalizza ingiustificatamente i docenti”, arriva una doccia fredda. L'altra sera, in una riunione romana, la Bastico annuncia che del doppio punteggio si parlerà solo fra qualche mese, nell’ambito di un disegno di legge, forse quello della prossima finanziaria. Erano presenti i precari. “Sono profondamente deluso, non posso commentare altrimenti l'esito dell'incontro”, scrive un docente sul forum www.precari.org.  “Ancor più grave giudico la dichiarazione di non poter intervenire, dopo gli impegni presi da molti esponenti del Centrosinistra. Continueranno, invece, gli ingiusti scavalcamenti in graduatoria, proprio un bel risultato”. Un altro aggiunge: “Sono anch'io stupito dell'immane lentezza di questo governo. Tante parole ma poi sulla questione precari si va sempre alle calende greche. Le storture in graduatoria dovevano esser cancellate subito nel primo mese di governo”. Ma il contestato “cerchiobottismo dei nostri politici” potrebbe rivelarsi pericoloso. Ne è prova un articolo-siluro apparso su Liberazione, col quale Loredana Fraleone, responsabile scuola di Rifondazione, invita il governo a smetterla di “ciurlare nel manico” e di tenere “atteggiamenti tentennanti, che non sono saldi, come il manico di quegli utensili non fissati bene e che perciò traballano”. Un atteggiamento “che in politica ha conosciuto momenti di gloria ai bei tempi della Dc, quando non affrontare determinate questioni risultava molto utile per scontrarsi il meno possibile con soggettività scomode o peggio far passare di fatto cose indigeribili. Non vorremmo che questo metodo sia quello scelto dal ministro Fioroni per vanificare, in gran parte, il programma dell’Unione sulla scuola”. L’analisi è dettagliata, caustica la conclusione: “Non siamo così ingenui – vi si legge – da non distinguere tra ciò che è proclamato e ciò che si fa, cioè quasi niente. A dichiarazioni del ministro che abbiamo in gran parte condiviso, non stanno seguendo i fatti”. Poi si riferisce ai precari della scuola, “sempre più numerosi e giustamente in allerta per capire quale collocazione o no avranno l’anno scolastico che verrà, circolari spesso contraddittorie da interpretare”. Infine la stoccata: “Fioroni e tutto il governo si trovano a scegliere: o rompono con quella politica o con chi ha determinato la vittoria dell’Unione”. Chi di scuola ferisce...

 

Il servzio di Brancatisano è pubblicato anche sulla Gazzetta di Modena del 18 luglio 2006

 

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