Esami, Il ministro vuole cambiare ancora.
Fioroni: «La riforma sarà attiva già dal
prossimo anno».
di s.
m. da Il Giorno del 14/7/2006
— ROMA —
L’APPUNTAMENTO
è per il consiglio dei ministri dell’8 agosto. In quella sede il
ministro Giuseppe Fioroni presenterà la sua proposta di riforma
dell’esame di maturità. Intanto ieri, il medesimo responsabile di
viale Trastevere, ha annunciato che il dicastero si riapproprierà
della dizione «pubblica». Non più, quindi, ministero dell’Istruzione
caro alla Moratti ma di nuovo «Pubblica istruzione». Il provvedimento,
per essere operativo, dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta
ufficiale: ci vorrà una quindicina di giorni. Un tempo utile per
portare a compimento la ‘gestazione’ della nuova formula dell’esame di
Stato. Una prova che da più parti si chiede venga abolita perché ormai
priva di significato, ma che Fioroni ha premesso che deve restare. Si
pensa a una riforma integrale ma non è neanche ipotizzabile — secondo
il ministro — la sua abrogazione, in quanto il diploma che si
consegue, e che ha valore legale, è previsto dalla Costituzione.
IN GENERALE
— ha anticipato Fioroni — si tratta di innescare «un’inversione di
tendenza garantendo ai docenti e soprattutto agli studenti di poter
sostenere un esame finale che dia garanzie di qualità ed efficacia al
titolo di studio». Nei particolari: sarà rivista la «composizione
delle commissioni e la figura del presidente che oggi presiede, da
notaio, un numero non tollerabile di commissioni».
Si potrebbe tornare a commissioni esterne oppure si ipotizzano
commissioni miste con un numero variabile di professori ‘esterni’ e
altrettanti ‘interni’, con la possibilità che siano chiamati a farne
parte anche docenti universitari.
Secondo il ministro, inoltre, si devono considerare per il futuro «le
certezze dei debiti». Le lacune degli studenti segnalate dai
professori dovranno essere colmate prima dell’esame finale. Diversi
parametri di valutazione per «chi ha diritto ad anticipare la
conclusione di cinque anni di studio», ossia i cosiddetti studenti
‘saltatori’ — che frequentano più anni in uno — che dovranno attenersi
a nuove regole.
SARÀ QUINDI
avviato un «serio processo di continuità di rapporto educativo e
formativo tra scuola media superiore e università», favorendo nei
diversi corsi di studio la reciproca presenza di docenti delle medie
superiori e di professori universitari. I tempi sono stretti: perché
il nuovo esame di Stato possa essere varato, in concreto, alla fine
del prossimo anno scolastico occorre che il progetto sia definito
entro l’estate. Un’emergenza, quindi, come quella degli insegnanti
precari. Secondo Fioroni è necessario l’ok del ministero del Tesoro
per l’immissione in ruolo di altri 23.500 precari che vanno ad
aggiungersi ai 23.500 già entrati tempo addietro.
TUTTAVIA
— per il ministro — la soluzione definitiva del problema deve essere
individuata «in un piano pluriennale che dia certezza del diritto,
blocchi i meccanismi precarizzanti ed evidenzi un turn over che sia
finalizzato a obiettivi educativi e formativi del sistema, dei
percorsi cognitivi e di istruzione che vogliamo garantire ai ragazzi e
sia in sintonia con i parametri europei». Ogni ripianamento della
spesa pubblica — secondo Fioroni — «non potrà essere fatto sulla pelle
dei precari che danni stanno pagando questa situazione».