Allarme risorse/1.
Tagli di classi in vista?

da Tuttoscuola del 3/7/2006

 

Diversi quotidiani hanno riportato voci di corridoio, raccolte negli ambienti del ministero del Tesoro, secondo le quali nella futura manovra di restrizione del bilancio, annunciata dal ministro Padoa-Schioppa, rientrerebbero anche pesanti misure per la scuola.

Si parla di riduzione del numero delle classi funzionanti, che equivale a dire tagli di organico del personale.

Niente di nuovo sotto il sole, si potrebbe dire, perché la scuola, per le sue dimensioni e i suoi costi è sempre stato tra i primi punti di attenzione del ministro "finanziario" di turno a caccia di possibili riduzioni di spese.

Il ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni ha detto sin da quando si è insediato che la scuola "ha già dato" e può solamente pensare di ricevere. E sulla convinzione che vi fosse spazio per crescere, il ministro Fioroni ha impostato nelle settimane scorse l’annuale ordinanza sugli organici di fatto in modo aperto all’accoglimento, il più ampio possibile, delle domande dell’utenza (nuove classi, docenti di sostegno, tempo pieno per tutti o quasi).

Riuscirà Fioroni, come tentò inutilmente di fare nella passata legislatura la Moratti con il collega Tremonti, a convincere Padoa-Schioppa che la scuola non ha più nulla da dare?

Su quanto è successo al numero delle classi nel quinquennio di gestione Moratti (vedi tabella), Tuttoscuola ha dato ampia informazione nel numero 248 del 5 giugno u.s., evidenziando come durante il suo mandato vi sia stata da un lato la riduzione dei posti di organico di diritto, ma dall’altro l’aumento di fatto dei posti effettivamente funzionanti. Che succederà ora?

 

Organico docenti statali nel quinquennio 2001-2005

Anno scolastico

Organico di diritto

Organico di fatto

2001-2002

755.878

833.049

2005-2006

737.250

837.202

Differenza

- 18.628

+ 4.153

Elaborazione Tuttoscuola su dati MIUR

 

Allarme risorse/2.
20 mila posti e nulla più, se va bene

I 20 mila posti previsti dal precedente governo, e considerati del tutto insufficienti dai sindacati della scuola, rischiano di rappresentare le sole immissioni in ruolo per il prossimo anno scolastico.

Tutto lascia pensare che lo stato della finanza pubblica per l’istruzione, che il ministro Fioroni ha recentemente definito molto grave, "oltre il limite della decenza", non consentirà nemmeno simbolicamente, almeno per quest’anno, di dare attuazione all’impegno elettorale dell’Unione di coprire immediatamente tutti i posti vacanti.

Lo aveva fatto capire il viceministro Bastico alla sua prima uscita pubblica a Perugia per il congresso della Uil: il vero problema sono le risorse.

Per il sindacato si tratta di una doccia fredda, dopo le manifestazioni di circa un mese fa per la stabilizzazione del personale precario che avevano dato speranza alle decine di migliaia di insegnanti in attesa da anni della sospirata immissione in ruolo. Anche se è evidente che l’entità del disavanzo pubblico, rivelatasi maggiore del previsto, costituiva un brutto presagio in questo senso.

Insomma la luna di miele con il ministro Fioroni, a causa della difficile situazione della finanza pubblica, potrebbe bruscamente finire prima del tempo, anche perché si annuncia all’orizzonte un’ipotesi ancora più pesante: il rinvio di un anno del rinnovo contrattuale.

 

Allarme risorse/3.
Gli effetti dei decreti taglia-spese

Più che le misure allo studio per la scuola, indicata come uno dei settori nel mirino della manovra bis annunciata dal ministro dell’economia Padoa Schioppa, impressiona la vastità dei "buchi" messa in evidenza da uno "spulcio" anche parziale di alcune voci di bilancio del Ministero della pubblica istruzione.

L’esame per l’anno finanziario 2006 rispetto all’anno finanziario 2005 (stanziamenti iniziali), dello stato di previsione della spesa di un centro di responsabilità amministrativo (Miur-Ufficio Scolastico Regionale) fa emergere che alcuni capitoli di spesa presentano aspetti di particolare criticità.

Il raffronto in termini percentuali documenta che la decurtazione della previsione oscilla tra il 38% in meno per l’acquisto di attrezzature e apparecchiature non informatiche, al 49% in meno per le spese per il reclutamento del personale dirigenziale della scuola, ivi comprese le spese della valutazione dei titoli, dei corsi di formazione e degli esami finali.

Per le spese di funzionamento delle istituzioni scolastiche dello stesso contesto regionale preso in considerazione si registra una decurtazione rispetto all’anno 2005 pari al 26% per le spese per le supplenze brevi del personale docente amministrativo e didattico, del 42% per le spese per la formazione, l’aggiornamento e il perfezionamento del personale docente.

Questa situazione viene da lontano. Negli anni 2002, 2004 e 2005 sono intervenuti i decreti taglia-spese che hanno significativamente ridimensionato gli stanziamenti correnti, con conseguente ricaduta negativa sul funzionamento delle istituzioni scolastiche.

 

Allarme risorse/4.
La scuola inghiottita dai residui passivi

L’effetto combinato del progressivo contenimento degli stanziamenti in sede di previsione e dei decreti taglia-spesa ha provocato al 31 dicembre 2005 la formazione di una consistente mole di residui passivi che andrebbe nel più breve tempo quantificata.

La situazione è resa ancora più gravosa dalla previsione del comma 7, dell’art. 1 della legge finanziaria per il 2006 che ha disposto l’impegnabilità della spesa, per beni e servizi, frazionata per dodicesimi e l’erogazione dei finanziamenti alle scuole per ratei mensili posticipati.

Inoltre ci sono state alcune forzature, il cui unico risultato è stato di aver incrementato il "buco" delle supplenze brevi che la legge finanziaria 2005 fissava nel limite di Euro 766 milioni di euro per l’anno 2005 e di 565 per l’anno 2006. La stessa legge disponeva inoltre che il MIUR avrebbe adottato "ogni idonea misura per assicurare il rispetto dei limiti di spesa". In questa direzione non risultano che siano state assunte dal Miur le ipotizzate misure ordinamentali di contenimento della spesa.
Il ministro Fioroni dovrà ora evidenziare i deficit delle politiche formative del precedente governo, che ha messo in campo molta propaganda ma pochi finanziamenti concreti a sostegno del miglioramento dei livelli di qualità degli esiti scolastici dei ragazzi.

In questa direzione va valutata positivamente la decisione di Fioroni di coinvolgere esperti della Banca d’Italia per avviare un’analisi quanti-qualitativa dei flussi di finanziamento delle singole voci del bilancio del Ministero dell’Istruzione finalizzata a promuovere un uso attento delle risorse disponibili. L’iniziativa è accompagnata da un messaggio rassicurante per docenti, alunni e famiglie: "E’ vero - ha dichiarato il ministro - che tagliare gli sprechi è fondamentale e necessario, ma solo se questo non si traduce in una decurtazione dei diritti". Si vedrà se il proposito sarà messo in atto.
Certo è che va contrastata con determinazione l’affermazione, che si sente spesso ripetere, che gli insegnanti sono tanti e che la scuola è fonte di sprechi di capitale umano e di risorse finanziarie.