«Maestri di sostegno a raffica
i miei figli non migliorano» .

Il Resto del Carlino del 26/6/2006

 

Tiziana Orefice fa l'insegnante, è una donna forte, non ha mai smesso di lottare. Ora, dopo anni di tribolazioni, quando sembra possibile assaggiare un minimo di normalità, è la legge con i suoi garbugli, a creare un muro.

«I miei due bambini hanno avuto due splendide insegnanti di sostegno - denuncia - Ma a causa delle nuove assegnazioni da settembre potrebberlo cambiare: su questo punto la legge è lacunosa, non ci sono garanzie di continuità scolastica, soprattutto in queste condizioni e proprio nell'età dello sviluppo». A. ha otto anni, è il primogenito di Tiziana Orefice. Gli è stato diagnosticato un marcato ritardo linguistico. Ad H., 5 anni, il terzogenito, è stata riscontrata una forma di autismo. Ora frequenta la scuola per l'infanzia don Milani. Entrambi sono stati concepiti in Inghilterra. «Mi mancavano quattro esami e la tesi per la laurea in Commercio Estero - racconta Tiziana Orefice, napoletana di 35 anni - Avevo deciso di finire l'università a Londra, ed è qui che ho incontrato l'uomo algerino che ho sposato e con cui ho avuto quattro bambini».

Una situazione disagiata e lo status di immigrati hanno contribuito alla scelta di tornare in Italia, «dove l'assistenza per i piccoli sarebbe stata migliore», e a Napoli «dove potevo contare sull'appoggio di mia madre». Ma nella città partenopea «l'esperienza è stata scioccante: i dottori hanno assunto un atteggiamento molto allarmato», mentre alle elementari A. non era ben accettato. «La diversità è stata vista con sospetto - confida la donna - Le maestre lo hanno scartato per la recita di fine anno per paura che creasse confusione: io ho detto no a questa emarginazione, e il mio bambino è stato bravissimo». Una vittoria, per Tiziana, ma A. era l'unico, tra i tanti bambini in scena vestiti da fiori, a non indossare corolla e petali sgargianti: «E' stata solo un'associazione mentale, ma mi ha colpito - si commuove - e ancora mi fa pensare».

È stato questo l'incentivo per andare via, a venire a Reggio, «raggiungendo alcuni parenti e conoscendo la sensibilità rivolta all'infanzia che avrei incontrato». Per Tiziana arriva il trasferimento a Gualtieri, nel 2004, come insegnante di inglese, ma in classe resta pochi giorni, per le complicazioni dell'ultima gravidanza, che l'hanno portata «a lottare per la vita», e fa ritorno in Campania. Tiziana Orefice è tornata con la sua famiglia a Reggio, quartiere Canalina, la scorsa estate. «Sono andata di ruolo alla scuola elementare Kennedy come insegnante di inglese; il mio velo ha creato curiosità, ma è stato compreso dagli alunni, dai colleghi e dai genitori, che mi hanno dato un aiuto importante».

Tiziana Orefice, infatti è musulmana. «Mi sono convertita, per scelta personale, dopo il matrimonio civile; il ruolo che l'Islam prevede alla donna non è marginale, anzi: bisogna liberarsi dai pregiudizi». «Con il mio solo stipendio - racconta - mio marito mi è stato vicino e si è occupato dei bambini, che hanno avuto solo metà delle ore di sostegno previste a scuola, avendoli potuto iscrivere solo nel luglio 2005, in ritardo». Ora, forse, anch'egli musulmano, potrebbe trovare un impiego, «mercato del lavoro permettendo».

Nonostante da settembre A. avrà il sostegno per 30 ore settimanali, mentre H. sarà il primo bambino delle materne del comune ad ottenere, per la situazione delicata, un educatore al pomeriggio, Tiziana Orefice ha un timore: «Mi preoccupa che non venga garantita la continuità scolastica: i miei bambini si sono trovati bene. A. per esempio ha compiuto progressi e imparato i colori, un successo rispetto a Napoli». Sarà la fortuna a decidere se ad A. e H. verranno assegnati ancora gli stessi insegnanti. Tiziana Orefice ha perso le speranze, ma non si dà per vinto: «Queste cose non possono essere affidate al caso, la legge non tutela i bambini che spesso devono instaurare un nuovo rapporto con nuovi docenti qualificati - afferma - La dottoressa che li segue si è resa disponibile a scrivere una lettera informale alla scuola; preparerò un esposto, non so ancora se al Csa o al Ministero, e forse costituirò un comitato con altre madri, alcune delle quali hanno visto cambiare addirittura cinque insegnanti di sostegno».