Fioroni dà l'ennesima spallata al programma
della Moratti ed emana due decreti
che annullano gli 8 licei e consente ai prof di variare i curricola
Il ministro smonta la riforma
la scuola rilancia l'autonomia.
Salvo Intravaia, la Repubblica del
14 giugno 2006
Ufficialmente bloccata la riforma della scuola
superiore. In molto meno di cento giorni il ministro dell'Istruzione,
Giuseppe Fioroni, sta letteralmente modificando la mega rivoluzione
della scuola italiana pensata dal governo Berlusconi. Fioroni ha
emanato due decreti (numero 46 e 47) che letti contestualmente, almeno
per quanto riguarda il cosiddetto secondo ciclo dell'istruzione
nazionale, mettono la parola fine alla riforma Moratti. Chi si era
affezionato all'idea degli otto licei (classico, scientifico, delle
scienze umane, linguistico, artistico, economico, tecnologico e
musicale) e alla istruzione professionale gestita direttamente dalle
Regioni, dovrà ritornare sui suoi passi.
Il governo Prodi, che pure intende mettere mano ad una riforma della
scuola secondaria di secondo grado, non intende farlo passando
attraverso la licealizzazione, contestata da buona parte del mondo
della scuola ma soprattutto dalla Confindustria. Gli istituti tecnici
e professionali continueranno ad avere una propria dignità, insomma.
Il decreto 46 blocca le tabelle che indicavano come dovevano
trasformarsi gli attuali indirizzi scolastici negli otto licei
studiati dall'ex ministro: le cosiddette tabelle di confluenza. Con
l'algido linguaggio caro alla burocrazia il precedente decreto emanato
in materia dalla precedente inquilina di Palazzo della Minerva "è da
ritenere non produttivo di effetti".
Il secondo decreto rilancia l'autonomia delle scuole che possono
variare fino a un quinto del "curricolo" scolastico di ogni indirizzo.
In altre parole i professori possono collegialmente stabilire di
introdurre nuove discipline, accorparne alcune e/o variare il monte
ore di alcune a vantaggio di altre . "L'autonomia - spiega il ministro
- è la vera risorsa della nostra comunità scolastica, quella sulla
quale costruire il futuro della nostra scuola in un progetto
condiviso. Per questo ho emanato il decreto che prevede la possibilità
da parte delle singole scuole di modificare fino al 20 per cento i
curricoli scolastici. Ciò consentirà per il prossimo anno di
individuare percorsi di studio funzionali alle esigenze dei ragazzi e
di raccogliere le opportunità comunque espresse nei diversi territori.
In questo modo sono garantiti il carattere unitario del sistema
formativo nazionale e la valorizzazione del pluralismo culturale".