Scuola e società:

Quote azzurre nella scuola

per salvare un genere in via di estinzione?

Nelle scuole statali i maschi sono il 19,7%.

  Sergio Andreatta, da Telefree.it del 16/6/2006

 

Se in politica la presenza femminile è bassa, e qualcuno propone le quote rosa come metodo di tutela della rappresentatività, nella scuola è, viceversa, il maschio che è in via di estinzione...


Si è dibattuto molto in occasione delle recenti elezioni politiche di quote rosa, da imporre nella politica, nelle istituzioni e, anche, nei consigli di amministrazione delle grandi società.

Da noi la questione sembrerebbe restare, per il momento, solo a livello di wishful thinking o poco più, mentre in alcuni Paesi europei si è già passati dalle parole ai fatti, come, ad esempio, in Spagna e in alcuni Paesi scandinavi.

E benché l'idea delle quote richiami un po' alla nostra mente quella delle riserve indiane, se non si trova un altro mezzo efficace alla fine bisognerà arrivarci come ha teledetto Romano Prodi, almeno transitoriamente, per garantire quella pari dignità costituzionale ancora così lontana dall'avverarsi.

Ma qualcuno, partendo dalla constatazione dei fatti esistente all'interno della scuola primaria e media, dice che se dovesse passare anche nel nostro Paese il principio delle quote rosa, allora, per gli stessi motivi, si dovrebbe cominciare a parlare di quote azzurre.

Nella scuola, infatti, la presenza femminile (non però ai livelli di responsabilità dirigenziali) e' in modo schiacciante, come raramente avviene in altre professioni, a favore delle femmine.

E continua ad aumentare, forse perché la funzione educativa è più congeniale a loro, ma anche perché nel merito (punteggio di laurea e di concorso) sono più brave e nel servizio, generalmente, per me più diligenti e affidabili.

Tra i docenti la presenza maschile complessiva nelle scuole statali e' scesa , quest'anno, per la prima volta al di sotto del 20% (19,7%).

Cinque anni fa la statistica era del 21%, ma ha imboccato un trend discendente che prosegue inarrestabile da decenni.

Secondo i dati del Censimento Istat (2001) nella fascia di età sopra i 75 anni le persone in possesso del diploma magistrale (diplomati a tutto il primo dopoguerra) registrava un uomo, maestro, su cinque, mentre nella fascia di età tra i 20 e i 24 anni (nel 2001) l'incidenza dei diplomati maestri uomini e' precipitata ad uno ogni 14.

Negli ultimi anni i docenti uomini sono diventati un'assoluta rarità, spariti nella scuola dell'infanzia (0,50% e zero unità nel mio IV Circolo di Latina), sono prossimi alla scomparsa nella scuola primaria (4,3% contro il 5% cinque anni fa, 1 unità nel mio Circolo, anche assegnato ad altro incarico superiore).

Nella secondaria di I grado (ex-scuola media) i docenti uomini sono il 23,5% (ma erano il 26% nel 2001); negli istituti superiori il 39,7% (42% nel 2001).

Anche negli uffici di direzione e di presidenza, tra il personale amministrativo, la presenza maschile risulta sempre inferiore rispetto a quella femminile, tanto che vi sono meno di 38 uomini su cento sia tra i collaboratori scolastici (ex bidelli) che tra gli assistenti amministrativi (ex applicati).

Ma vi sono regioni del Nord Italia, come l'Emilia e il Piemonte dove, rispetto alla media nazionale, la presenza maschile e' ulteriormente dimezzata.

E tuttavia, neanche nella sempre più femminilizzata scuola italiana viene mai meno la regola non scritta che vede i posti di comando occupati prevalentemente dagli uomini.

Così ai più alti gradi di responsabilità, sia nella istituzione scolastica sia nell' amministrazione scolastica, la presenza maschile, seppur in via di graduale erosione, resta la salda maggioranza rispetto al gentil sesso.

Noi dirigenti scolastici siamo, infatti, maschi per il 54% nelle istituzioni scolastiche del 1° ciclo (medie ed elementari) e, ancor più, per il 74,6% negli istituti superiori.

Letizia Moratti una delle poche donne assurte al governo dell'istruzione come capo del M.I.U.R. (ora tornato con Giuseppe Fioroni a chiamarsi significativamente "Ministero dell'Istruzione") disponeva di 18 direttori generali regionali ma di questi ben 14 erano uomini.

Generali alla guida di un esercito di amazzoni.