Sale l'autonomia, anche nelle primarie
I passi della riforma.
ItaliaOggi del
27/6/2006
Sta applicando diligentemente il metodo del
cacciavite. Il neo ministro dell'istruzione, Giuseppe Fioroni, sta
mettendo in pratica una strategia da lui stesso annunciata e descritta
sin dai primi giorni alla guida del dicastero di viale Trastevere.
Che significa togliere, per via amministrativa, ciò che non va, e
´mettere ciò che aiuta, quello che c'è ad andare bene'.
Il tutto a colpi di decreti ministeriali e circolari, costituiti anche
da un solo articolo. E dopo aver annunciato che entro pochi giorni
sarà presentato un emendamento al decreto legge di proroga per
apportare eventuali modifiche alla legge n.53/2003, il ministro
dell'istruzione interviene anche in tema di autonomia. Aveva già
innalzato, con apposito decreto ( n. 47 del 13 giugno scorso) la quota
di autonomia nei programmi alle superiori, dal 15 al 20%. È ora la
volta della scuola primaria. Fioroni annuncia, infatti, con una nota
del 22 giugno, la decisione di portare al 20% anche per la scuola
primaria la quota di autonomia nei programmi.
Tale autonomia delle istituzioni scolastiche di decidere una quota del
programma, si legge nel documento ministeriale, ´deve intendersi
applicabile ad ogni ordine e grado di istruzione dei curricoli
riservata alle istituzioni scolastiche'. E non dunque solo alle
superiori.
La percentuale è riferita al monte ore annuale delle discipline e sarà
applicabile già dal prossimo anno scolastico.
Rispetto all'analogo decreto del 28 dicembre 2005, l'ampliamento
dell'autonomia scolastica può entrare in vigore anche senza novità
nell'ordinamento, mentre la normativa precedente lo legava alla
riforma dei licei.
Le iniziative che nelle ore a disposizione possono attivare le scuole
sono tre: confermare il piano ordinamentale degli studi, realizzare
compensazioni tra le discipline previste nei piani di studio e
introdurre nuove discipline. È stato lo stesso ministro a considerare
l'autonomia la vera risorsa della nostra comunità scolastica, ´sulla
quale va costruito il futuro della nostra scuola in un progetto
condiviso'. La nota interna, diretta a tutte le scuole, consentirà,
argomenta il ministro, di individuare percorsi di studio funzionali
alle esigenze degli studenti e di raccogliere le opportunità comunque
espresse nei diversi territori.