Mancano quattro giorni all'inizio della
maturità. A causa della dispersione,
3 studenti su 10 dei tecnici non si presentano. Con un costo enorme
per lo Stato
Esami, liceali in pole position
tutti i numeri dell'abbandono.
Salvo Intravaia, la Repubblica del
17 giugno 2006
Tre studenti su 10 degli istituti tecnici
mancano l'appuntamento con gli esami di Stato. Sono i liceali quest'anno
ad essere in pole position. Per gli esami, al via il prossimo 21
giugno, gli studenti dei licei classici, scientifici e socio
psicopedagogici (gli ex istituti magistrali) rappresentano la
"squadra" più numerosa. Seguono a ruota ragazzi e ragazze degli
istituti tecnici e distaccati di parecchio i candidati provenienti
dagli istituti professionali.
Il sorpasso avviene nel corso dei cinque anni di studio, perché alla
partenza (cioè nelle iscrizioni al primo anno di corso), gli studenti
dei tecnici superano di gran lunga i compagni degli altri indirizzi.
Tornando indietro di quattro anni, nel 2001/2002, i ragazzi iscritti
in prima negli istituti tecnici statali italiani erano poco più di
220mila, quelli iscritti nei licei 195mila e 500. Una bella "dote" in
possesso degli istituti tecnici - quasi 25mila alunni - che durante il
percorso non solo viene annullata ma addirittura sopravanzata dai
licei che si presentano ai nastri di partenza in vantaggio: 162mila
liceali candidati alla prossima maturità, contro i 158mila studenti
tecnici.
La differenza sta tutta nella cosiddetta dispersione scolastica che
costituisce per lo Stato italiano una spesa non indifferente: attorno
a 600 milioni di euro, pari a 1.200 miliardi di vecchie lire, l'anno.
Tre miliardi di euro in appena un quinquennio, tanto per avere
un'idea. Su 100 alunni iscritti nel 2001/2002 al primo anno 83 liceali
si presentano puntuali, senza cioè avere perso neppure un anno, alla
maturità mentre sono soltanto 72 gli studenti dei tecnici che ce
l'hanno fatta. Il resto si è perso per strada e non si diplomerà più,
oppure è stato bocciato almeno una volta.
E tanto per non lasciare troppi dubbi sulla questione, basta fare un
esercizio puramente teorico che dà una certa la misura del costo. Se
il sistema scuola riuscisse ad essere più efficiente, e non si parla
soltanto della bravura degli insegnanti, lo Stato non solo
risparmierebbe ma avrebbe pronti per entrare nel mondo del lavoro più
giovani. Non tenendo conto degli alunni iscritti negli istituti
professionali, che al terzo anno possono ritirarsi dopo avere
conseguito il diploma di qualifica, quest'anno mancano all'appello
poco più di 100 mila studenti, in ritardo o che hanno gettato la
spugna.
Ipotizzando che ognuno di loro abbia perso un solo anno - ipotesi
assolutamente per difetto, visto che una parte dei 100 mila ha
sicuramente abbandonato gli studi o è pluriripetente - fanno 600
milioni di euro bruciati, perché, annessi e connessi, un alunno della
scuola pubblica ogni anno ci costa circa 6mila euro. Basta riflettere
su quante cose è possibile fare con 600 milioni di euro per
comprendere il perché occorre combattere la dispersione scolastica.