Non lasciare indietro nessuno"/1.

Una formula fortunata.

da TuttoscuolaNews, N. 250, 19 giugno 2006

 

Da Bush a Fioroni, via De Mauro. "Un vero servizio pubblico non lascia indietro nessuno", ha ripetuto il ministro dell'istruzione Fioroni nell'intervista rilasciata al "Corriere della Sera" venerdì scorso.

Lo aveva già detto in occasione della sua partecipazione alla marcia di Barbiana, subito dopo la nomina a ministro dell'istruzione.

Un'affermazione emblematica, che potrebbe contrassegnare il suo mandato. Ma anche un'affermazione che andrà verificata alla luce della concreta interpretazione che Fioroni ne darà sul piano delle scelte concrete.

L'espressione, infatti, non è nuova, ed è stata impiegata in contesti e con significati diversi. "No child left behind" (nessun bambino va lasciato indietro) fu, nel 2001, al tempo della sua prima elezione, il programma di politica scolastica lanciato dal presidente George W. Bush, poi trasformato in una legge federale approvata dal Senato americano con una larga maggioranza bipartisan. Questa legge, tuttora in fase di implementazione, ha comportato una serie di incentivi per le scuole, mirati al miglioramento degli standard di apprendimento degli allievi, ma anche la chiusura delle scuole che questi standard non riuscivano a migliorare.

Un'espressione simile l'ha adottata anche Tullio De Mauro, che dopo la conclusione della sua esperienza di ministro, e in polemica con le intenzioni dichiarate dal nuovo governo di centro-destra (si profilava il "doppio canale" in uscita dalla terza media), ha lanciato l'associazione "nonunodimeno": in questo caso l'obiettivo era quello di combattere contro la canalizzazione precoce dei destini scolastici e sociali dei giovani, mantenendoli il più a lungo possibile in un contesto educativo comune.