Padoa Schioppa mette in difficoltà la scuola.

di Reginaldo Palermo, La Tecnica della Scuola del 17/6/2006

 

Blocco del turn-over, sospensione del piano di assunzioni, basta con gli aumenti automatici e (forse) rinvio della trattativa contrattuale: sono queste le misure che il Ministro dell'Economia avrebbe in mente per mettere in ordine i conti pubblici. Ma i sindacati non ci stanno.

 

Nonostante le apparenze il quadro politico e sindacale della scuola non è né semplice né sereno.

A complicare la situazione ci ha pensato nelle ultime ore il ministro dell’Economia Padoa Schioppa che nell’incontro con i leader delle confederazioni sindacali ha fatto chiaramente intendere che non solo non c’è possibilità di aumentare il numero dei precari da immettere in ruolo ma che addirittura bisognerà che anche la scuola faccia la sua parte per raggiungere l’obiettivo della riduzione del deficit.

E già si parla di blocco del turn over e persino della sospensione degli aumenti di stipendio automatici legati all’anzianità.

L’ipotesi più drammatica riguarda il rinvio delle trattative per il rinnovo del contratto scaduto il 31 dicembre 2005, anche se ovviamente il Governo è al lavoro per evitarlo; anche perché, se si dovesse davvero percorrere questa strada, i sindacati, che finora hanno mostrato grande apprezzamento per ogni iniziativa del Ministro, sarebbero in qualche modo costretti a prendere le distanze se non addirittura a promuovere iniziative di protesta (non a caso c’è chi - all’interno del sindacato - sta già parlando di sciopero generale del pubblico impiego).

Il capitolo "Riforma" è altrettanto delicato.

In queste ultime settimane gli atti del Ministro sono piaciuti ai sindacati, ma certamente una nota di poche righe sul portfolio non è sufficiente a ridare serenità alla scuola del primo ciclo, dove le attese - alimentate dalle stesse organizzazioni sindacali - erano ben altre.

Il fatto è che la revisione della riforma Moratti si sta rivelando un po’ più difficile del previsto. Una ipotesi che sta emergendo è quella di approvare un apposito provvedimento di legge che proroghi i tempi per la revisione e la correzione dei decreti legislativi già approvati. Per chiarire: il decreto 59 sul primo ciclo poteva essere modificato entro il mese di settembre 2005; una ulteriore proroga di 18 mesi consentirebbe di apportare modifiche entro marzo 2007.

Ma intanto nella stessa maggioranza i contrasti non accennano a diminuire.

Proprio in queste ore la responsabile scuola di Rifondazione, Loredana Fraleone, è intervenuta per mettere in evidenza alcune pesanti contraddizioni: mentre il programma dell’Unione, sostiene in sintesi Fraleone, prevede la completa revisione del sistema del II ciclo, in molte Regioni, anche di centro-sinistra, prosegue la sperimentazione dei percorsi integrati di istruzione-formazione professionale che sono la negazione del progetto di estensione dell’obbligo scolastico a 16 anni.

Fraleone non lo dice esplicitamente, ma la sua sembra anche una polemica indiretta nei confronti di Cgil e Cgil-Flc che stanno aprendo la trattativa del contratto della Formazione professionale dando per scontato che la formazione faccia pienamente parte del sistema di istruzione/formazione e che serva anche a ridurre la dispersione scolastica.

Fortunatamente per il Governo, nelle scuole c’è ormai aria di vacanza, ma sarebbe un errore non presentarsi preparati al suono della campanella di inizio d’anno: il sostegno dei sindacati potrebbe non bastare a Fioroni. Il "caso Berlinguer" dovrebbe aver insegnato qualcosa.