Curricoli e Indicazioni Nazionali
secondo il vice-ministro Bastico
di Luigi Ambrosi, da
Pavone Risorse
del 21/6/2006
Secondo il parere della Vice-Ministra Bastico,
esternato nel corso di una seduta ufficiale della Camera dei Deputati,
le Indicazioni Nazionali devono intendersi prescrittive per il primo
ciclo dell'Istruzione; quindi – per il momento – le Indicazioni
Nazionali sono da considerarsi vincolanti per le scuole e per i
docenti.
Se dovevano stupirci, rinforzare una motivazione ridotta al lumicino
dalla Moratti, ci stanno riuscendo. Sì, nel senso che fanno
radicalmente venir voglia di continuare ad opporsi, con ancor più
vigore, a queste continue scelte opportuniste e dirigiste.
- La Bastico ha avvallato l'obbrobrio
storico-culturale delle radici cristiano-giudaiche della tradizione
europea (insomma, potremmo pensare che siamo tutti palestinesi)?
- La Bastico avvalla il ridimensionamento del
darwinismo ed lo spostamento dello studio dell'evoluzione della vita
dall'area scientifica (più rigorosa) a quella storico-umanistica (più
aperta a contaminazioni creazioniste)?
- La Bastico si assume la responsabilità di
rinchiudere i saperi nel recinto europeo, anche lei escude la
conoscenza e la relazione con le culture extra-europee?
- La Bastico si assume la responsabilità che la
scuola pubblica non parli ai ragazzi di storia dell'ultimo secolo e di
geografia del planisfero fino a 14 anni?
Sarebbero queste le chiacchiere sugli standard
europei di qualità del sapere...
O forse la Bastico voleva rassicurare le case
editrici per le future programmazioni dei libri di testo? Anche Lei ha
ignorato la relazione della Commissione scientifica guidata dalla
Levi-Montalcini e le perplessità del CNPI ? Sembra proprio di si !
Mentre tra i docenti c'è un crescente bisogno di discutere CON LARGO
RESPIRO, direi a ruota libera, di saperi e competenze essenziali, di
dimensioni non eurocentriche ma globali delle conoscenze, che la
scuola dovrebbe dare, di richieste dell'utenza dagli allievi ai
genitori ai nuovi cittadini immigrati, siamo invece costretti alla
burocratizzazione dei curricoli, tra labirinti di competenze (ognuno
si arrampica sui vetri indicandone di proprie, senza una visione ed
una riflessione globale), abilità, obiettivi formativi.
Dal famoso gruppo di Lisbona, dagli esperti che hanno curato
l'estensione delle Indicazioni nazionali e anche dai loro critici da
anni si attendono lavori organici sui saperi e sulle competenze
essenziali che la scuola deve fornire entro la conclusione del primo
ciclo, ed ogni volta questi lavori sono stati rimandati o erano
culturalmente poco organici. La scuola ha bisogno di riflettere e di
interrogarsi su questo, se la scuola ha ancora un senso. Altrimenti il
titolo provocatori del convegno "2015, la fine della scuola" diventerà
realtà e non ci saranno più alunni a chiedersi se "la scuola è una
istituzione inutile?" . Avranno già risposto.
Mi ero già rassegnato a scuola a non proporre ora una discussione sui
saperi globali ed essenziali, mi sarei limitato a discutere ed a
sperimentare quest'anno su quella quota del 20% di contenuti
curricolari su cui il Ministro per decreto ci ha consentito di
operare, e poi avrei proceduto ad una revisione generale in senso
interculturale dei contenuti ed una ulteriore revisione secondo i
bisogni dell'utenza territoriale.
Avrei cercato di rafforzare le componenti di logica nei curricoli,
l'educazione a cercare la non contraddittorietà degli enunciati, avrei
cercato di sviluppare percorsi di costruzione del pensiero creativo
(strutturazione, destrutturazione, visione da altri punti di vista o
come si dice in gergo, decentramento), avrei provato a rafforzare
l'educazione all'immaginazione (che uno disse essere superiore alla
conoscenza) .
Ma questo bisogno di puntualizzare che le Indicazioni Nazionali sono
prescrittive lanciano un segnale forte che ci demotiva ulteriormente,
in maniera forte, nell'avere un atteggiamento se non benevolo almeno
di sopportazione provvisoria della politica di questo Governo.
Le INDICAZIONI NAZIONALI andavano abrogate, almeno quelle subito,
punto e basta, e sarebbe stata una grande occasione di apertura di
dibattito tra le centinaia di migliaia di docenti. Stiamo perdendo
tempo, e la Bastico ce ne fa perdere ulteriormente,
C'era una maggioranza di italiani contrari alla guerra, c'era un
popolo della pace che chiedeva il ritiro immediato delle truppe
dall'Iraq e questo nuovo governo cosa fa ? Rinvia entro la fine
dell'autunno il ritiro delle truppe (il tempo per garantire all'Eni la
conferma delle concessioni di sfruttamento dei pozzi petroliferi di
Nassirya; il governo conservatore giapponese le ritira subito in due
settimane) , e probabilmente ne sposta un po' mandandole in guerra in
Afghanistan per far contenta l'Unione Europea. E il popolo della pace?
Ci sono tre milioni di immigrati che chiedono l'abolizione della
vergognosa (anche per l'Unione Europea) legge Bossi-Fini e invece si
parla di minime modifiche. Ci sono decine di migliaia di firme che
chiedono l'abrogazione della riforma Moratti e invece .... si conferma
la prescrittività delle Indicazioni Nazionali.
Ciò che D'alema, la Bastico ed altri non vogliono capire è che dentro
il popolo della pace, come dentro i firmatari per l'abrogazione, c'è
la gran parte delle forze più vive della società e della scuola,
quelle che (forse) potrebbero rimettere in moto la società italiana e
salvarla dall'implosione, ma così ci soffocano, in modo meno arrogante
ma altrettanto ipocrita.
Così moriranno di asfissia, noi quantomeno siamo abituati a
conviverci.
Mah, che poi non si lamentino.
Ma, scusate, la Bastico l'ha nominata la Moratti?