Il ministro Fioroni promette modifiche entro il
2007.
Viaggio tra i modelli scolastici in Europa. E un sondaggio rivela:
"Qui è tutto da rifare"
La maturità è da cambiare o abolire?
Gli studenti sognano la riforma.
la Repubblica del
23 giugno 2006
ROMA - Prima il ministro per l'istruzione Fioroni che promette:
"Gli esami di maturità cambieranno dal prossimo anno". Poi gli
studenti, che vanno oltre: in un sondaggio condotto da Swg, si dicono
favorevoli all'abolizione dell'esame di stato. E ancora una petizione
al ministro (lanciata dall'editore del sito matura.it): "La maturità è
ansia, stress e 100 milioni di euro in meno, ministro Fioroni lo
cancelli riformando il sistema attuale che permette a tutti di
arrivare all'ultima classe".
Una foga a tratti riformista e a tratti distruttiva per un'istituzione
del nostro sistema scolastico. Ma come funziona nel resto d'Europa?
L'esame di maturità (il cui nome ufficiale è 'esame di stato') non è
una peculiarità italiana: in molti paesi c'è una prova al termine
dell'istruzione di base, in molti casi necessaria per accedere
all'università.
Il Baccalauréat francese.
I francesi si dimostrano nostri cugini in tutto e per tutto: l'esame
finale è obbligatorio al termine del ciclo di studio delle scuole
superiori (che dura o tre o quattro anni) e da cui escono a 17-18
anni. Nell'esame per il baccalauréat sono previste sette prove
scritte; le altre materie, in gran parte quelle opzionali, sono
oggetto dell'esame orale. Il tasso di promozioni è sensibilmente più
basso che in Italia ed è circa l'80% (in Italia si sfiora il 100%).
L'Abitur
tedesco.
Anche a Berlino e dintorni esiste una prova simile alla nostra
maturità. L'Abitur (per gli amici 'Abi') è necessario per accedere
all'università ed è composto da prove scritte e orali. Il voto è dato
- strano ma vero - in 840esimi e si forma anche sui voti ricevuti
negli ultimi 2-3 anni di scuola (come i nostri crediti formativi).
Data la struttura federale dello stato tedesco, possono esserci delle
piccole differenze fra uno stato e l'altro.
Il Bachillerato
spagnolo.
In Spagna la maturità non esiste: il Bachillerato è un corso
(solitamente di due anni) successivo al termine della scuola
secondaria, che avviene a 16 anni. Non è più scuola dell'obbligo, ma è
propedeutico agli studi universitari: per il Bachillerato è
sufficiente ottenere voti positivi in tutte le materie e la prova
finale è necessaria solo per l'accesso all'università, a cui si arriva
intorno ai 18 anni.
L'Advanced Level inglese.
Il sistema nel Regno Unito (quindi Inghilterra, Galles, Irlanda del
Nord, Scozia - ma anche molte ex colonie) è molto simile a quello
spagnolo. La scuola secondaria termina a 16 anni, a cui possono
seguire due anni propedeutici all'università al termine del quale gli
studenti possono (non 'devono') prendere l'A-level. Una possibilità
che diventa un obbligo de facto per iscriversi all'università, visto
che in moltissimi college è una certificazione necessaria per
l'accesso. Quanto a selettività, gli studenti inglesi sono fortunati
come quelli italiani: le percentuali indicano un 96% di promozioni.
E al di là
dell'Atlantico che succede?
Negli Stati Uniti il modello è quello britannico. Il test è necessario
per l'accesso all'università, altrimenti sono sufficienti voti
positivi nelle singole materie per uscire dalla scuola. Nel Sat
Reasoning Test non c'è una prova orale ed è composto da tre sezioni:
matematica, lettura critica e scrittura. Esiste poi un'ulteriore prova
su materie scelte dallo studente: è il Subject Test, una prova
nozionistica composta da risposte multiple. Questi test sono usati
sempre più spesso per la selezione nei college.
La nostra
unicità.
La particolarità italiana è evidente: dove non c'è un'esame finale
esistono test d'ingresso all'università; dove esiste la 'maturità' non
serve la prova d'accesso. In Italia c'è la maturità e sempre più
università prevedono un test d'accesso. Una realtà di cui è
consapevole il neo ministro Fioroni. Nell'intervista a
RepubblicaRadioTv con cui ha annunciato che l'esame di stato sarà
cambiato ha anche indicato l'obiettivo: dare certezza, sicurezza e
serietà a una prova che deve essere pieno e integro valore. "Non a
caso - ha fatto notare il ministro - tante università non prendono
nemmeno in considerazione il voto della maturità e preferiscono fare
propri test valutativi di ingresso ritenendoli più attendibili
dell'esito della maturità".