Subito le risorse per mettere a norma gli
edifici scolastici.
È uno dei primi impegni che "il governo intende affrontare nella
scuola".
Più autonomia agli atenei.
Fondi su base concorrenziale e incentivi fiscali
ItaliaOggi del
14/6/2006
Lo prevede il piano d'azione per l'università
messo a punto dalla Confindustria. 14/06/06ItaliaOggi:
Attribuzione di quote crescenti del finanziamento pubblico su base
concorrenziale, incentivi fiscali per le imprese che investono
sull'università. Ma, soprattutto, rafforzamento dell'autonomia
responsabile degli atenei, attraverso la modifica dei ruoli degli
organi di governo delle università. Parte da qui il piano d'azione
sull'università messo a punto da Confindustria con cui il viale
dell'Astronomia fornisce al nuovo governo l'elenco delle priorità per
lo sviluppo del sistema di formazione italiano. Anche se
l'associazione degli industriali tiene a precisare, sarebbe
auspicabile, un impegno bipartisan per dare continuità al progetto di
modernizzazione. E proprio perché sull'istruzione e sulla ricerca si
gioca il destino del paese, Confindustria mette così nero su bianco
questo documento, sottoscritto da 18 associazioni imprenditoriali lo
scorso marzo, su cui si è discusso ieri a Roma, in un incontro tra
parlamentari, rettori e docenti. Sono sette i punti del ´piano
d'azione' che partono dalla constatazione che il sistema universitario
italiano non è competitivo. Nella classifica 2005 del Times higher
education supplement, infatti, la prima università italiana è al
125esimo posto nel mondo e al 50esimo in Europa. E in quella delle 100
università tecniche, il primo ateneo italiano è solo 56esimo. Una
situazione difficile a cui si può rimediare, ha sottolineato
Gianfelice Rocca, vicepresidente di Confindustria per l'education,
cominciando con il portare a compimento il processo di autonomia
dell'università, ridefinendo le responsabilità dei soggetti della
governance universitaria e attribuendo alle università poteri
decisionali sull'assunzione dei docenti, sul curriculum di studi e
sulle remunerazioni e determinazione degli obblighi dei docenti. Si è
poi ribadito la necessità di mettere gli studenti al centro delle
università e favorirne in tutti i modi la mobilità, liberare le
migliori energie presenti nelle università italiane, consentendo agli
atenei di competere senza le mani legate con le migliori università
internazionali.
Tra i capisaldi della proposta poi, l'attribuzione di quote crescenti
del finanziamento pubblico su base concorrenziale, utilizzando i
sistemi di valutazione della qualità già oggi disponibili e
l'abolizione del valore legale del titolo di studio sostituito da un
sistema di accreditamento incentivi fiscali. Punto di arrivo questo su
cui si trova perfettamente d'accordo Giuseppe Valditara (An).
Il senatore di centro-destra considera poi prioritario legare
l'attribuzione delle risorse pubbliche alla qualità della ricerca e
della didattica, fare in modo che le imprese possano dedurre dalla
dichiarazione dei redditi quanto hanno investito nelle università e
differenziare le retribuzioni dei docenti. D'accordo sull'opportunità
di superare la logica di schieramento il diessino Andrea Ranieri che
suggerisce l'idea di un patto e il varo di una sorta di libro bianco
della sperimentazione. Per l'ex sottosegretario all'istruzione
Valentina Aprea (Fi), invece, se il governo dovesse lavorare per
eliminare alcuni dei mali storici come l'autonomia senza
responsabilità, la scarsità di finanziamenti è l'eccesso di studenti,
´non si farà fatica a sostenerlo'.