Riforma Moratti, l'Unione la salva.

ItaliaOggi del 17/1/2006

 

L'Unione non abrogherà la riforma Moratti. Il suo programma di governo, reso noto la settimana scorsa ma subito bocciato dai partiti che formano l'ala sinistra della coalizione, parla infatti solo di ´netta discontinuità' con la legge n. 532003 ma non ne chiede l'esplicita cancellazione. Anche nel merito, le proposte del centrosinistra, del resto molto vaghe, non sembrano comportare necessariamente una riscrittura totale della riforma Moratti. Viene per esempio confermata la durata di otto anni della scuola di base, articolata in elementare e media, e non si fa cenno a un possibile ripristino del modello unificato e della durata di sette anni che era stato introdotto con la riforma Berlinguer.
Si promette, invece, ´una decisa lotta contro la dispersione scolastica e formativa': l'obiettivo è di portarla dall'attuale 19% al 10%. Tra le intenzioni del centrosinistra anche quella di portare a 16 anni, dunque al primo biennio della scuola superiore, l'obbligo di istruzione gratuita ed elevare l'età minima per l'accesso al lavoro dai 15 ai 16 anni. Infine, l'impegno di incrementare l'utenza dei nidi, ma ´entro la fine della legislatura'.

Sono questi gli unici elementi meglio definiti e più articolati del programma in materia di istruzione: un programma che sembra presentarsi, piuttosto, come una sin troppo generica dichiarazione d'intenti.

L'Unione dichiara infatti di puntare, per il rilancio della scuola, al potenziamento ´della sua forza principale, l'autonomia' nonché alla valorizzazione di quella risorsa costituita dai giovani migranti.

Per quanto riguarda gli insegnanti, la coalizione guidata da Romano Prodi si propone di ´rendere l'insegnamento una scelta appetibile per i migliori talenti, così che la qualità della scuola possa beneficiare della loro formazione e qualificazione'. E ritiene di poter raggiungere l'obiettivo attraverso una strategia articolata su diversi livelli: valorizzare il ruolo dei docenti, portare le retribuzioni al livello dei paesi europei, combattere ogni forma di precarietà.

La bozza stilata avrebbe dovuto registrare i punti di equilibrio raggiunti dalle diverse anime della coalizione: da un lato la richiesta di abrogazione secca avanzata dai partiti più radicali e, dall'altro, quella di un suo meno traumatico superamento (Ds e Margherita).

Ma così non è stato: all'indomani della rocambolesca pubblicazione del programma, è arrivata, infatti, la protesta dei Verdi e del Prc che ritengono violato l'accordo raggiunto.