POLEMICA
Scelte le materie, tra pochi giorni scatta la nomina dei docenti.
«Una prova che non aiuta più a far crescere gli studenti»

I prof: maturità troppo facile, va cambiata.

Esame di Stato contestato da presidi, insegnanti e genitori.
«Torniamo ai commissari esterni»

Annachiara Sacchi, Il Corriere della Sera del 30/1/2006

 

Faceva tremare, teneva incollati ai libri, costringeva a bere caffè di notte e camomilla di giorno. «E ora? Niente di tutto questo, la maturità non è più una cosa seria». Fine gennaio, tempo di scrutini e pagelle, ma già si comincia a parlare dell’esame di Stato. E a risollevare vecchie polemiche. Insegnanti, presidi, perfino qualche genitore: sono tanti i nostalgici della prova «dura», quella con la commissione esterna e il thriller dell’ammissione. Niente da fare, nemmeno questa volta le loro speranze si sono avverate. Tutto come l’anno scorso: a giudicare i maturandi saranno un presidente (esterno) e un numero variabile di professori (interni) che saranno nominati tra pochi giorni. Rimangono anche le tre prove scritte, scelte dal ministero dell’Istruzione la scorsa settimana: italiano per tutti, greco al classico, matematica allo scientifico, lingua straniera nella maggior parte degli altri indirizzi e il test multidisciplinare diverso per ogni classe (entro giugno gli studenti dovranno cimentarsi in almeno due simulazioni). Si parte mercoledì 21 giugno con il tema di italiano.

Sospira Innocente Pessina, a capo del liceo classico Berchet: «Una volta la maturità era una prova seria: trovarsi per la prima volta davanti a professori sconosciuti rendeva tutto più solenne. Si aveva la sensazione di essere sottoposti a una reale verifica del lavoro svolto. Con gli anni si è svilito il senso dell’esame: prima la commissione mista e, quindi, quella interna. Tornare al passato? Sarei favorevole, anche se sarebbe una scelta impopolare».

Un «rito svuotato», una «farsa», un «inutile spreco di risorse», «altro che pietra miliare della crescita»: la maturità vista dai professori più intransigenti. «Ma - precisa Teresa Capra, a capo del turistico Bertarelli - i ragazzi sono ancora emozionati. È vero però che la commissione esterna valorizzava di più l’esito dell’esame». Tra i grandi cambiamenti rispetto a una volta, l’ammissione all’esame: tutti dentro, nessuna brutta sorpresa alla fine dell’anno scolastico.

«Il ministro Berlinguer - aggiunge Leonardo Donofrio, segretario milanese di Uil scuola - aveva introdotto modifiche importanti all’esame, allargandolo a più materie e stabilendo una commissione mista, con cinque professori interni su dieci». Solo nelle scuole legalmente riconosciute, ora, a dare il voto finale saranno per il 50 per cento i docenti dei ragazzi e per il restante 50 insegnanti «statali».

Non rimpiange la vecchia maturità Rodolfo Rossi, preside del tecnico Giorgi: «Fatta così, tanto vale abolirla, togliendo il valore legale al titolo di studio». Vale a dire? «Ognuno faccia ciò che vuole nei cinque anni di superiori, sarà il mercato a scegliere la qualità della singola scuola. Se però l’esame si deve fare a tutti i costi, che si torni a quello vecchio».