Dopo il no per le spese postali delle supplenze,

arriva il  no  dei Comuni per internet.

da TuttoscuolaNews N. 230, 30 gennaio 2006

 

Qualche mese fa, grazie a notizie fornite da Tuttoscuola, è diventato di dominio pubblico il rifiuto dei Comuni di far fronte agli oneri per spese postali  delle  scuole  quando  il  servizio  telefonico  veniva utilizzato  per  l'invio  abnorme  di  telegrammi  per  le  nomine  di supplenza.

Trattandosi di spese postali piuttosto che telefoniche, i Comuni hanno avuto partita vinta  nel  rifiutare  il  pagamento  per  chiamate  dei supplenti, cosicchè le scuole si sono trovate  oberate  di  un  altro carico di lavoro amministrativo (telegrammi presso gli uffici postali) e, soprattutto, di nuove spese quotidiane per telegrammi ai supplenti: risparmio di milioni di euro per le casse comunali e nuovo carico  per i magri bilanci delle scuole.

Si prepara ora un nuovo round per le spese di internet nelle scuole. E potrebbe essere anch'esso a favore dei Comuni.

Come    precisa  l'Associazione  dei  Comuni  d'Italia, l'Avvocatura  Generale  dello  Stato,  appositamente  sollecitata,  ha fornito una risposta in merito agli oneri per la navigazione nel  web, precisando, tra l'altro, che "È  appena  il  caso  di  precisare  che l'utenza telefonica con il conseguente accesso in internet  non  ha  a che vedere con lo svolgimento dell'attività didattica o scolastica, anche lo strumento informatico o la navigazione  in  internet  possono essere    oggetto    di   iniziative   complementari  e  integrative, legittimamente    svolte  nella  scuola,  ma  il  costo  è  a  carico dall'Amministrazione della pubblica istruzione, come peraltro  dispone l'art. 4, c. 3, DPR n. 597/96. È  appena  il  caso  di  chiarire,  da ultimo, che l'acquisto della strumentazione occorrente  per  l'accesso in rete tramite linea telefonica  e  l'eventuale  abbonamento  con  il gestore del "portale" non sono a carico dei comuni:  l'impianto  per internet non è "impianto telefonico".

Impianto e navigazione nel web, dunque, se li dovranno accollare d'ora in poi le scuole che ne fruiscono. E  il  bilancio  delle  istituzioni scolastiche va knock-out.