Scuola/3: sostegno, i genitori si rivolgono ai tribunali. E vincono. Le ore decurtate fanno insorgere le famiglie, ma le ore ri-ottenute sono quelle sottratte ad altri. Ricciardi (Sindacato Sfida): “E’ il principio che non va, si rischia una guerra tra poveri”. Superabile del 20 gennaio 2006
La preoccupazione delle famiglie è incentrata in maniera particolare sulla riduzione delle ore di sostegno. E non sono poche quelle che cercano una via d’uscita attraverso i tribunali. Come ci ha confermato di recente Andrea Ricciardi segretario di Sfida, Sindacato famiglie italiane diverse abilità, che in una lettera ha ribadito al presidente del Consiglio Berlusconi le richieste della rete di famiglie. ''Il governo deve smetterla di risparmiare su di noi” ha detto Ricciardi. “In Italia, da qualche anno, le scuole, sulla base delle diagnosi funzionali, comunicano al Csa (Centro servizi amministrativi del MIUR, ndr) le ore necessarie per il sostegno agli alunni disabili dell’istituto ma, quasi sistematicamente, le ore di sostegno vengono ridotte”.
Da Palermo a Grosseto, da Macerata a La Spezia cambiano i nomi degli alunni, ma non la loro battaglia: ottenere che venga garantito loro il diritto allo studio. Affetti da patologie invalidanti nel fisico e nella mente più o meno gravi, per loro è già difficile tenere il passo in una società a misura di gente “normale”. Giuseppe ha una paraparesi spastica che non gli permette di muoversi; quest’anno è stato iscritto alla scuola media superiore che per lui ha richiesto 18 ore settimanali di sostegno, ma il Csa (ex provveditorato agli Studi) ne ha assegnate solo 9, motivando la decurtazione per “diagnosi non aggiornata”. La sua storia è simile a quella di Donato, Marco, Michele, Luigi; e le motivazioni del rifiuto sono quasi sempre le stesse: diagnosi non sufficiente o non aggiornata, certificazioni rilasciate non dall’Asl di residenza. A volte la motivazione non c’è nemmeno. “Il governo – sono ancora le parole di Ricciardi - ha stabilito, per questioni economiche diciamo noi, che vi sia un insegnante di sostegno ogni 138 alunni e questo è quanto ha a disposizione in Italia il Csa. Non è la famiglia a chiedere la disponibilità di ore a disposizione per il proprio figlio, ma la scuola su certificazione di una equipe tecnica. Quindi una istituzione che colloquia con un’altra istituzione. A questo punto il Csa è costretto a barcamenarsi tagliando qui e riducendo là e lo fa con motivazioni stupide, adducendo motivazioni burocratiche”.
Per questo motivo alcune famiglie si sono rivolte ai tribunali. “Si, e ci sono state sentenze importanti nell’anno 2004-2005 a loro favore, come quelle del tribunale di Ancona che ha ripristinato le 36 ore di sostegno ad un ragazzo a cui erano state ridotte a 12. Non è il solo caso, ma voglio sottolineare in particolar modo una sentenza del 20 agosto di quest’anno del tribunale di Reggio Calabria, importante perché ha ripristinato le ore di assistenza specificando che la decurtazione era anticostituzionale”.
Ma dopo la sentenza del Tribunale, il Csa non è
costretto a togliere ore ad altri ragazzi? La coperta è sempre quella,
si mette in piedi una guerra tra poveri…
Cosa chiedete al Governo? “Quando gli ausili superano i 7500 euro deve intervenire la famiglia e ci sono ausili che arrivano a costare 15mila euro. La pensione di invalidità è di circa di 200 euro: come fa una persona con questa somma a rendersi autonoma?”
Perché è nato Sfida?
“Le famiglie sono sole, le associazioni storiche
non fanno nulla. Dobbiamo partire dalla cose concrete: il diritto allo
studio, la pensione di invalidità, perché la disabilità colpisce chi
sta economicamente bene e chi sta male”.
Tra le richieste avanzate dal sindacato c’è
quella che lo Stato e le Regioni contribuiscano completamente
all’acquisto di ausili indispensabili per la vita quotidiana dei
disabili, che l’indennità di accompagnamento, di 443,87 euro mensili,
per i disabili gravissimi, venga equiparata almeno allo stipendio
lordo di una badante che lavora 36 ore settimanali e che la pensione
di invalidità passi da 233,87 euro a 500,00 euro mensili. |