Verso le elezioni/2.

Ma anche Berlusconi ha le sue grane . . .

da Tuttoscuola, 18 gennaio 2006

 

Se Atene piange, Sparta non ride. Con quale programma di politica scolastica si presenterà la coalizione guidata dall’attuale presidente del Consiglio? Si attesterà come una falange macedone a sostegno della riforma Moratti, come sembra comunque orientato a fare Silvio Berlusconi, che presenta la legge n. 53/2003 come una delle principali realizzazioni, un fiore all’occhiello del suo governo, oppure si scomporrà in valutazioni e proposte diverse, a seconda del soggetto politico che le formula?

Il premier uscente giocherà le sue carte in una campagna elettorale che sembra deciso a gestire in modo estremamente personalizzato (la riforma è la migliore possibile, si tratta solo di attuarla), ma la modifica della legge elettorale in senso neoproporzionale fa crescere l’esigenza di visibilità dei singoli partiti, ed è noto che neppure all’interno di Forza Italia c’è unanimità di giudizio sulla riforma Moratti, come hanno mostrato più volte i distinguo e le riserve di alcuni suoi esponenti, dal responsabile scuola Mario Mauro al presidente della commissione Cultura del Senato Asciutti alla stessa sottosegretaria Valentina Aprea, scontenta per le mediazioni effettuate dalla Moratti (per esempio il rinvio al 2007-2008 della riforma del secondo ciclo) e per il ruolo a suo parere conservatore svolto dall’alta burocrazia ministeriale.
Tutto sommato, a parte Berlusconi, la componente politica della maggioranza più soddisfatta sembra essere AN, che rivendica il merito di aver mantenuto l’istruzione tecnica nel campo dei licei e ha chiesto e ottenuto modifiche anche sulle "Indicazioni nazionali". La meno soddisfatta è invece l’UDC, soprattutto per quanto riguarda il secondo ciclo e la mancata salvaguardia della "pari dignità" del sistema di istruzione e formazione nei confronti quello liceale.