L’Unione sulla scuola:

"netta discontinuità" con la riforma Moratti.

da Tuttoscuola dell'11/1/2005

 

Educazione lungo tutto il corso della vita, rilancio della funzione e della retribuzione degli insegnanti "da portare a livelli europei", valorizzazione dell’autonomia delle scuole, abbassamento del tasso di dispersione al 10% (ora è del 19%), obbligo scolastico fino a 16 anni ed innalzamento a 16 anni dell’età minima per l’accesso al lavoro (ora è di 15 anni), forte incremento dell’utenza dei nidi "entro la fine della legislatura".

Nella bozza della piattaforma programmatica dell’Unione, elaborata in vista delle elezioni, si punta più sui contenuti e gli obiettivi che sulla contrapposizione frontale alle riforme introdotte dal centro-destra nei suoi cinque anni di governo, nei cui confronti ci si limita a parlare di "netta discontinuità". Sembra quindi prevalere, nei confronti della riforma Moratti, la posizione più pragmatica e moderata sostenuta in questi ultimi mesi dalla Margherita e dai DS, ad opera dei rispettivi uffici scuola, e duramente criticata dalla parte della sinistra più vicina ai movimenti e al comitato "Fermiamo la Moratti".

Da notare che nel programma dell’Unione viene confermata l’articolazione della scuola di base in scuola elementare e media, della durata di otto anni, come nella riforma Moratti: non viene cioè rilanciato il modello di scuola di base unificata di sette anni, che aveva a suo tempo provocato forti dissensi verso la legge n. 30/2000 (riforma Berlinguer).