Scuola, ancora un blitz:

fondi alle private. Tutte.

Emendamento al decreto «omnibus» in Senato: finanziamento
anche alle «non paritarie». Opposizione e Cgil: «Incostituzionale»

di Roberto Monteforte, da l'Unità dell'8/1/2006

 

FINANZIAMENTO diretto da parte dello Stato in arrivo per le scuole private, nonché possibilità non troppo lontana che possano rilasciare «in proprio» un titolo di studio. L’allarme lo lancia il segretario generale della Federazione dei lavoratori della Conoscenza Cgil, Enrico Panini. Sarebbe questo il contenuto di un emendamento del governo presentato al decreto legge 205/05, il classico decreto «omnibus», dal significativo titolo «Misure urgenti in materia di università, beni culturali e in favore di soggetti affetti da gravi patologie, nonché in tema di rinegoziazione di mutui», che verrà discusso dal Senato mercoledì prossimo 11 gennaio.

«Il Governo - denuncia - così modifica la Legge di parità (n. 62/ 00) e smantella direttamente l’art. 33 della Costituzione». E coglie nel segno il sindacalista, rilanciando un allarme condiviso dal capogruppo Ds in commissione cultura e istruzione del Senato, Maria Chiara Acciarini che già ha espresso la ferma opposizione al provvedimento dei Ds. Sarebbe questo, infatti, l’obiettivo dirompente contenuto in un semplice emendamento, quasi nascosto nel «megaprovvedimento» presentato in questo scampolo di fine legislatura dal ministro dell’Istruzione uscente, Letizia Moratti che dovrà essere approvato entro il 4 febbraio. Che materia così delicata e complessa sia trattata in questo modo è già stato motivo di forte denuncia da parte della senatrice Ds che condivide le preoccupazioni di Panini. Nella sua nota il sindacalista fa un’approfondita disamina dei contenuti dell’emendamento. «Si propongono di istituire le “scuole non statali non paritarie” - osserva - alle quali si riconosce la funzione di assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione che rappresenta l’anticamera per il rilascio dei titoli di studio». «Si ampliano le convenzioni delle scuole elementari parificate e - aggiunge - si estende l’istituto della parificazione a tutte le scuole elementari paritarie». Quindi, Panini va al nodo: «Si prevede un incremento della convenzione economica che regola le scuole elementari parificate e si prevede che la convenzione possa essere estesa a tutte le scuole primarie paritarie che prima non la possedevano, introducendo così il finanziamento diretto esplicitamente negato dall’articolo 33 della Costituzione». Sarebbe questa una vera rivoluzione del sistema di istruzione e un «vulnus» del dettato costituzionale. «Così si potranno tranquillamente evitare i requisiti previsti per le scuole elementari parificate, ad esempio la gratuità di iscrizione e di frequenza - rileva il leader Cgil - pur continuando, o incominciando, a ricevere un finanziamento diretto».

Contro questo «atto politico pesantissimo» Panini auspica il respingimento dell’emendamento da parte del Senato. Ma in quell’emendamento vi potrebbe essere anche dell’altro, osserva l’Acciarini, come il tentativo di trovare una forma di regolamentazione più che per le tante «scuole» che non si propongono di rilasciare titoli di studio aventi valore legale, per le scuole «islamiche» o «etniche» presenti nel nostro paese, come quella di via Quaranta a Milano, città per la quale Letizia Moratti corre da sindaco. Con quell’emendamento si prevede, infatti, la possibilità da parte dello Stato di esercitare controlli sui programmi delle scuole private anche non paritarie. Non sarebbero comunque «scuole» né paritarie, né meramente private quelle che vi si sottraggono. Una soluzione che porrebbe problemi, visto il diritto alla libera istruzione tutelato dalla Costituzione. Allora la senatrice diessina si domanda: «Non sarà questo il maldestro tentativo di trovare una risposta ad un problema vero, quello posto dalla richiesta del diritto all’istruzione espresso da minoranze etniche e religiose sempre più presenti nel nostro paese?».