Un appello a Prodi da sinistra.
da
Tuttoscuola
del 13/1/2005
Gli umori della parte più battagliera della
sinistra sono bene riassunti nell’appello rivolto a Romano Prodi, e
agli altri responsabili scuola dei partiti aderenti all’Unione, dai
movimenti che fanno capo alla organizzazione "retescuole".
Il documento, che esprime delusione per "il susseguirsi in questi mesi
di dichiarazioni equivoche e contraddittorie da parte del Prof. Prodi
e dei leader del centro-sinistra", critica le ipotesi di programma
dell’Unione per la scuola attualmente in fase di definizione perché
non prevedono i seguenti punti:
1) la salvaguardia concreta del carattere
nazionale del sistema di istruzione contro ogni deriva regionalista;
2) il sistema pubblico costituito dalle sole
scuole statali;
3) il ripristino dei programmi dell’85
(elementare), del ‘79 (media) e del ‘91 (infanzia);
4) la soddisfazione di tutte le richieste di
Tempo Pieno con due insegnanti titolari ogni classe richiesta;
5) l’abolizione del tutor e la reintroduzione
dei moduli;
6) la soppressione del Portfolio; la negazione
esplicita di ogni forma di gerarchizzazione e carrierismo.
"Respingiamo invece", prosegue l’appello, "la sedicente autonomia
scolastica, considerata nel testo dell’Unione come la panacea di ogni
male, ma che, al contrario, produce un aumento smisurato del potere
dirigenziale e la privatizzazione sostanziale delle scuole poste in
competizione tra loro per l’accaparramento di clienti". Perciò,
conclude d’appello, "chiediamo l’abrogazione della riforma Moratti,
opponendoci a qualsiasi tentativo di mantenerla in vita sotto mentite
spoglie".
Per la verità, il documento sembra andare ben oltre la critica
frontale alla riforma Moratti, perché mette in discussione tutta la
politica scolastica realizzata in Italia negli ultimi 15 anni.