Summit degli assessori regionali

per valutare la sperimentazione.

Tuttoscuola, 1 febbraio 2006

 

L’incontro degli assessori regionali in programma domani, 2 febbraio, per discutere del decreto ministeriale sulla sperimentazione del 2° ciclo, si annuncia incandescente.

Dopo che il ministro Moratti ha annunciato di aver firmato il decreto per l’attivazione dal prossimo anno scolastico di un progetto di innovazione per sperimentare nelle prime classi degli istituti superiori la riforma dei licei, si sono registrate dichiarazioni bellicose di alcuni assessori che si sono spinti ad affermare che nella loro regione la sperimentazione non si farà, minimizzando il fatto, come hanno fatto notare al Miur, che l’ordinamento dei licei non è materia di loro competenza e il veto annunciato non può avere alcuna rilevanza sulle decisioni autonome degli istituti scolastici.

Il progetto di innovazione – la sperimentazione, come sbrigativamente viene chiamata – tuttavia non vincola le istituzioni scolastiche a darvi attuazione, perché saranno gli organi collegiali interni a decidere autonomamente, così come saranno i genitori liberamente a decidere se far frequentare ai propri figli classi eventualmente coinvolte nel progetto.

Ma il problema, sotto l’aspetto istituzionale, non è giuridico ma politico.

Le regioni – la maggior parte delle regioni – si sentono tradite dal ministro che, convenendo sul rinvio dell’attuazione della riforma al 2007-08, aveva lasciato intendere in Conferenza unificata che non vi sarebbe stata nel frattempo alcuna iniziativa sperimentale per utilizzare, invece, il prossimo anno scolastico nella definizione delle misure di accompagnamento preparatorie della riforma.

La Moratti si difende parlando di pressioni venute dalla base, ma anche il fronte sindacale, non informato sulla decisione del ministro, non esita a parlare di manovra elettorale.

La coordinatrice degli assessori regionali, Silvia Costa, ha fatto capire che il decreto potrebbe essere portato fino davanti alla Corte costituzionale.

Ce n’è quanto basta per attendersi, domani, fuochi pirotecnici.