Sperimentazione del 2° ciclo/4.

Le conseguenze di una sfida inutile.

Tuttoscuola, 2 febbraio 2006

 

Il ministro Moratti ha dichiarato di non aver potuto porre resistenza alla "forte sollecitazione" delle scuole per sperimentare sin dal prossimo anno scolastico il nuovo secondo ciclo.

E’ probabile che molte richieste vengano dagli istituti tecnici e professionali, che sono stati vittime di una fuga di studenti che ha determinato una overdose di richieste per i licei classici e scientifici.

Questo dimostra che il percorso di istruzione e formazione professionale va assumendo un aspetto marginale e residuale e viene ad essere assimilato del tutto ai percorsi triennali sperimentali, di cui peraltro non viene garantita la piena copertura finanziaria sulla base della domanda effettiva e potenziale. Lo "spacchettamento" dell’istruzione e della formazione professionale dal sistema dei licei rischia di incrinare l’unitarietà del Paese.

L’avvio della sperimentazione, concepito in modo unilaterale, non consolida il processo attuativo della riforma ma segna quasi un ritorno ai cicli di Berlinguer, facilitando l’opera di chi non ha mai smesso di pensare all’abrogazione della legge n. 53.

La definizione, anch’essa unilaterale, delle tabelle di confluenza relative al secondo ciclo va ad inficiare la competenza riconosciuta alle Regioni nella distribuzione territoriale dell’offerta formativa. E’ molto difficile sostenere che la riduzione degli attuali 39 indirizzi degli istituti tecnici e dei 17 indirizzi degli istituti professionali nelle tipologie del liceo economico con due indirizzi e nel liceo tecnologico con ben nove indirizzi non abbia conseguenze sulla programmazione dell’offerta formativa sul territorio.

Infine, la svalorizzazione del ruolo delle regioni accresce lo stato di incertezza intorno a questioni generali e di contesto che sono indispensabili per creare le condizioni di definizione dell’organizzazione progressiva del sistema educativo.

Le ultime decisioni confermano che siamo su una strada che accentuerà lo stato di smarrimento di quanti operano nella e per la scuola. Una prospettiva davvero triste.