Finanziamenti alle scuole:

scontro Istruzione-Economia.

di Reginaldo Palermo, La Tecnica della Scuola del 14/2/2006

 

Ministero dell'Istruzione e Ministero dell'Economia sono ormai in pieno disaccordo sul problema delle risorse da assegnare alle scuole. Secondo Tremonti la scuola ha costi di personale troppo elevati che non consentono di destinare risorse alla spesa corrente. Intanto nelle scuole crescono le somme non spese.

 

Sulla questione dei finanziamenti alle scuole è ormai in atto uno scontro all’ultimo euro fra i Ministeri dell’Istruzione e dell’Economia; il problema dei revisori dei conti che i sindacati stanno ponendo in questi giorni ai vertici di viale Trastevere è in realtà solamente la punta dell’iceberg di un contrasto più profondo e generale all’interno della attuale maggioranza di Governo.

Il taglio dei fondi assegnati alle scuole, per esempio, viene giustificato dal Ministero dell’Economia con il fatto (incontrovertibile, secondo lo staff di Giulio Tremonti) che negli ultimi anni la spesa complessiva per l’istruzione è aumentata di diversi punti percentuali: il problema – sostiene Tremonti – è che se all’Istruzione si decide di continuare ad utilizzare le risorse unicamente per aumentare gli stipendi, è evidente che i margini per riqualificare la spesa nel suo complesso sono estremamente ridotti.

Dall’Istruzione fanno però osservare che mentre sulle risorse contrattuali non c’è nessuna possibilità di intervento da parte del Ministero in quanto si tratta di somme definite dalla contrattazione generale fra Governo e Confederazioni sindacali, sulle spese di funzionamento la responsabilità va addebitata direttamente al Ministero dell’Economia che sta cercando di risparmiare anche a costo di mettere a rischio la qualità del servizio scolastico.

Ed è qui che entrano in gioco i revisori dei conti e soprattutto il sistema di raccolta dati sui bilanci delle scuole che il Ministero del Tesoro ha messo in atto negli ultimi mesi.

Secondo le rilevazioni condotte nel corso del 2005 è ormai accertato che nei due terzi delle scuole italiane l’avanzo di amministrazione è particolarmente consistente e potrebbe consentire da solo a far funzionare le scuole per almeno un anno anche in assenza di finanziamenti statali.

Se questo è il nodo di tutta la questione, c’è da aspettarsi che la prossima tornata di visite dei revisori nelle scuole sarà assolutamente decisiva: nel mese di aprile, infatti, le scuole dovranno approvare il conto consuntivo del 2005 e c’è da credere che il Ministero dell’Economia vorrà far esplodere il problema degli avanzi che giacciono inutilizzati nelle casse delle scuole.

Ma su questo sindacati e associazioni professionali sono già pronti a dare battaglia e a ridimensionare il fenomeno dovuto in larga misura al fatto che gran parte dei finanziamenti arrivano nelle scuole nelle ultime settimane dell'esercizio finanziario quando in realtà è ormai impossibile spenderli.