Dopo la sentenza del Tar Lazio, il ministero fa dietrofront:
possibile utilizzare le vecchie pagelle.

Ko le nuove schede di valutazione.

Violano la privacy, la religione deve restare fuori dal giudizio.

ItaliaOggi del 7/2/2006

 

Privacy dell'alunno a rischio. Ingiustificata la presenza della religione cattolica, disciplina facoltativa, tra le materie presenti nel documento di valutazione dello studente. Sono questi i due elementi che hanno convinto i giudici del Tar del Lazio a rimettere in discussione parte della circolare ministeriale n. 84 dello scorso novembre, quella sul portfolio delle competenze dell'alunno e, di conseguenza, una porzione importante dello stesso documento di valutazione. Le ordinanze del tribunale amministrativo in materia sono due, la 741 e la 742, entrambe emanate il 1° febbraio (si veda ItaliaOggi di giovedì scorso).
La religione cattolica, insomma, deve restare fuori dalla pagella e non può fare media. E la sezione C-b del portfolio, quella relativa alla ´biografia con narrazione delle esperienze significative dell'alunno', non va compilata: rischia di violare la privacy. Un regolamento dell'istruzione sulla tutela della privacy nella gestione dei dati scolastici è ancora atteso da Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità di vigilanza.

Le due indicazioni del Tar sono state recepite dallo stesso ministero in un comunicato di venerdì. Facendo retromarcia sulla religione cattolica e invitando le scuole a soprassedere alla compilazione della sezione contestata portfolio. Per quanto riguarda la religione il Miur specifica che ´per il corrente anno scolastico le scuole potranno continuare a redigere, per gli alunni che si sono avvalsi di tale insegnamento, la speciale nota prevista dall'articolo 309 del Testo unico, di cui al decreto legislativo n. 297/1994'.

Intanto nelle prossime ore dovrebbe arrivare negli istituti la circolare ministeriale che corregge il tiro rispetto a quella di novembre e che tende a lasciare la massima autonomia alle scuole sulla valutazione. Ma il Miur si prepara anche al contro ricorso: a viale Trastevere stanno valutando la proposizione dell'appello dell'ordinanza di sospensiva. Infatti, ribadisce il Miur, il portfolio va compilato, anche se con la massima autonomia da parte delle scuole.

A rivolgersi al Tar in merito alla circolare n. 84 erano stati due gruppi di genitori (uno avvalentesi e l'altro non avvalentesi della religione cattolica). Cinque i motivi del ricorso. Di portfolio si parla solo nelle indicazioni nazionali, che, secondo i Cobas (sindacato che ha patrocinato il ricorso), sono transitorie: manca un quadro normativo regolamentare per la sua attuazione. Secondo punto: la circolare n. 84 fa riferimento, per la compilazione del documento, anche all'insegnante tutor, figura non attivata. Motivo numero tre: non esiste ancora il regolamento che garantisce la privacy dell'alunno. Punto quarto, nella scheda viene inserita la religione cattolica, materia facoltativa, in violazione dell'articolo 309 del decreto legislativo n. 297 del '94. Al quinto punto del ricorso si fa riferimento all'inserimento nella pagella di materie come tecnologia e informatica: i docenti non hanno nessun titolo per il loro insegnamento.

I giudici del Tar hanno accolto in parte le motivazioni dei ricorrenti, come ricordato anche dal Miur, che nega la sospensione totale del portfolio e delle sue linee guida. ´Il ricorso non pare prima facie manifestamente infondato con riferimento al terzo profilo di gravame, concernente le biografie dell'alunno, e al quarto motivo di gravame, relativo all'inserimento della religione cattolica nell'ambito delle materie curriculari'. Ma sindacati, docenti e genitori cantano ugualmente vittoria: le critiche al portfolio, fin dalla sua emanazione, erano state trasversali e compatte.

´Il ministero ha aggiunto confusione alla confusione, ora fa retromarcia, anche se non lo ammette fino in fondo', dice Enrico Panini, segretario della Cgil scuola. ´Di un comunicato così poco chiaro davvero non c'era bisogno', aggiunge Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, che ricorda al ministero l'impegno assunto nei confronti delle forze sindacali a intervenire per fare chiarezza. ´Si può dire ai docenti con tranquillità che nulla cambia rispetto allo scorso anno, possono continuare ad adottare le schede di valutazione già in auge allora', precisa Massimo Di Menna, numero uno della Uil scuola.
"Il Tar Lazio ha confermato la nostra linea", aggiunge Alessandro Ameli, responsabile di Gilda Unams, "il portfolio, fatto in quel modo, non andava".