Regioni:
la Moratti revochi i decreti
da
Tuttoscuola
del 9/2/2006
La conferenza delle Regioni, riunitasi
oggi a Roma, ha approvato un ordine del giorno con il quale ha chiesto
a Letizia Moratti la revoca immediata dei tre decreti con i quali il
Ministro ha di fatto aggirato la decisione, presa con il decreto
legislativo n. 226/2005, di fissare la decorrenza della riforma del
secondo ciclo dal 1° settembre 2007.
I primi due decreti, quello sulla confluenza tra vecchi e nuovi
ordinamenti e titoli, e quello sulla quota del 20%, erano stati
emanati alla fine di dicembre 2005 (ma lo si è saputo pochi giorni fa)
senza che su di essi fosse stato acquisito il parere, ancorché
negativo, delle Regioni. Queste ultime nella riunione della Conferenza
Stato-Regioni del 15 dicembre 2005, non avevano espresso alcun parere.
Lo stesso ministro La Loggia, nel trarre le conclusioni della
riunione, come risulta dal verbale, "prende che allo stato le Regioni
e le autonomie locali non sono ancora nelle condizioni di esprimere un
parere, e che chiedono di essere messe nella condizione di poterlo
esprimere; da parte sua il ministero dell’istruzione prende atto della
mancanza, ad oggi, del parere".
Ma il ministro Moratti, presumibilmente sulla base di valutazioni
soprattutto politiche, si è avvalsa proprio dei due primi decreti per
emanare il terzo, quello sulla sperimentazione (più precisamente
"innovazione") dal 1° settembre 2006.
Una decisione improvvisa e inattesa, che ha scatenato un coro di
reazioni negative a livello politico, sindacale e anche istituzionale,
poiché le Regioni consideravano ormai acquisito il blocco di ogni
iniziativa nazionale fino al 1° settembre 2007. A questo punto alle
Regioni non restava che chiedere la revoca dei tre decreti.
Tra pochi giorni, il 16 febbraio, si riuniranno gli assessori
provinciali all'istruzione e formazione che, insieme agli assessori
regionali all'istruzione e formazione e ai rappresentanti dei Comuni,
definiranno una iniziativa giurisdizionale comune. Sempre che il
ministro non abbia provveduto, prima di allora, a revocare i tre
decreti.