Ragioni per una riforma della scuola superiore.
di Gabriele Boselli, da
Fuoriregistro del
23/2/2006
Evoluzioni della
cultura e della società, "nuovi" ragazzi, fonti e percorsi
dell'insegnare a conoscere nel tempo dell'ipermedialità. Come
riguadagnare la cattedra nell'età postmagistrale
Insegnare è soffrire per la didattica del non-pensiero (TV, videogames
e parte del sistema informativo) ma anche aver la fortuna di spendere
il più del nostro tempo di vita nell'essere parte del processo di
generazione della cultura, contribuire all'evolversi della società,
aprire spazi e offrire metodo al conoscere. Insegnare nella scuola
superiore significa essere rabbuiati dal numero spesso eccessivo dei
ragazzi, dal loro portare a scuola tutti i fenomeni della torsione
intellettuale e del disagio esistenziale di questa società d'inizio
millennio, ma anche essere illuminati dalla curiosità,
dall'intuizione, dall'impeto e dall'intelligenza delle nuove
generazioni. La scuola superiore, dai tempi di Gentile a oggi, a
domani, si ri-forma (assume nuova forma) per meglio corrispondere a
questo suo profilo d'identità.
Evoluzione della cultura e della società
"Il cambiamento degli sfondi culturali (dall'uni-verso al pluri-verso),
scientifici (paradigmi della complessità), filosofici (affermarsi
della fenomenologia e dell'ermeneutica), politici (dalla società
disciplinare alla società di controllo) economici (Mercato unico
mondiale), ecologici (mutazioni del paesaggio e dei climi) e in un
futuro prossimo anche genetici (biotecnologie) impone alla scuola e
all'università di indicare le direzioni di senso, di riconfigurarle in
un momento in cui anche soltanto l'accumulo quantitativo e la
pressione qualitativa delle conoscenze hanno ormai creato una massa
critica e posto forse le condizioni per sviluppi imprevedibili." (doc
MIUR). Di qui: promozione di una conoscenza non monolitica ma
plurale, fondazionale, non descrittiva ma interpretativa, non solo
universale ma anche regionale, non dominata dalla necessità delle
convenzioni ma aperta sul possibile, non deterministica ma
indeterministica, non epistemica ma epistemologica, aperta all'ignoto
e al mistero
Mutazioni del mondo-della-vita di ragazzi e insegnanti
Orientare a prender coscienza di come l'universo ipermediale della
virtualità informatica ci abbia cambiato e ci stia cambiando nella
struttura millenaria dell'esistere e del conoscere.
Fonti e
percorsi dell'insegnare a conoscere nel tempo dell'ipermedialità
Uscire dal non-pensiero, ovvero da un pensiero velocissimo,
prefabbricato, omogeneizzato, replicante, automatico,
pseudo-rispecchiativo, semplificato, flessibile ma non agile, privo di
ogni carica di autentica domanda e di ogni ulteriorità non inserita
nelle proprie catene sintagmatiche.
Promuovere nei prossimi anni una conoscenza non tassonomica ma che
venga dalla vita e dalla cultura e sia volta all'essenziale: dunque
agile,
pluralistica, interpretativa, regionale (lavoriamo al curricolo
locale), aperta sul possibile, indeterministica, aprente, slargante,
sollevante.
Scopo dell' insegnamento disciplinare sia dare storicità, profondità e
larghezza alla visione del mondo, articolarne la morfologia;
evidenziare la distinzione tra il soggetto e gli eventi di cui
partecipa e degli eventi tra loro secondo le tradizioni interpretative
storicamente formate. Discipline come analisi raccordate da una
filosofia di sintesi, da una pedagogia dell' Intero.
Attuare la ricostituzione intellettuale dell'unità tra soggetto e
mondo e tra i vari profili delle visioni del mondo. Educare a un
pensiero pensante, umile, orientato a cogliere l'Intero e orgoglioso
del proprio diritto a pensare originalmente.
Come può la scuola, in particolare quella superiore, riguadagnare una
cattedra, intesa questa come metafora di un affidabile riferimento
offerto a grandi e piccini in tempi di grande insicurezza?
Una cattedra di etica, di avvio a una conoscenza rigorosa, di
percezione e costruzione estetica del mondo.
Come può farlo nel tempo
-dell'alienazione di molti genitori indotta dalle ultime contrazioni
delle forme/lavoro,
-dell'oscillazione di tutti i punti di riferimento,
-del difetto di credibilità di autorità senza volto, o lontane o
comunque percepite come aliene?
Come dare all'eroismo di tanti insegnanti e genitori uno scenario di
speranza e di fiducia nella possibilità di migliorare le cose?
La scuola superiore deve cercare di
restaurare la sua
cattedra,
la sua
autorità
(ovvero insegnare a essere autori del proprio pensare), di cogliere le
sofferenze e le possibilità di fondo dei nuovi ragazzi (dal differente
e diverso intelligere), della società e della cultura e di
prospettare risposte convincenti.
Scuola di con-fine
Dobbiamo invitare a far esodo dalle contingenze mortificanti, che non
introducono i giovani a una vita propria, cercare di dirigere i
loro sguardi alla linea ove il nostro vedere s'incontra con quello
venturo, finisce-con altro pensare che va all'incontro muovendo dalla
parte opposta del tempo. Possiamo guardare insieme ai giovani il
con-fine tra il passato e l'avvenire, come fisico e metafisico
attrattore di sguardo, perenne e non immobile motore del cammino
esistenziale e pedagogico.
(linee di un
saggio in corso di scrittura)