Le opzioni di Prodi. da TuttoscuolaNews N. 233, 20/2/2006
Romano Prodi ha detto di avere "un paio di opzioni" per la guida del MIUR, e la scelta tra di esse dipenderà "da come va la politica". Cosa avrà voluto dire il leader dell'Unione con questa un po’ sibillina risposta a una domanda rivoltagli in proposito durante un recente "Porta a porta"?
Probabilmente la dimensione della
"politica" alla quale fa riferimento Prodi è quella della
distribuzione del potere e degli incarichi all'interno della
coalizione. Non va dato per scontato, cioè, che il prossimo inquilino
di viale Trastevere - in caso di successo elettorale dell'Unione - sia
un "cattolico", cioè un esponente della Margherita o il leader dell'UDEUR,
Clemente Mastella, autocandidatosi a quel posto in polemica con la
"Rosa nel pugno", che aveva lanciato per il MIUR il nome del "laico"
Umberto Veronesi. L'importante per Prodi è che alla guida di ministeri come la Giustizia, la Sanità e l'Istruzione vadano "uomini con il cacciavite, capaci di aggiustare e non fracassare le istituzioni". Insomma il prossimo ministro del MIUR potrebbe anche essere un laico, ma non un simpatizzante, per esempio, del Comitato "Fermiamo la Moratti". Il che porterebbe ad escludere esponenti di Rifondazione comunista, dei Comunisti italiani e dei Verdi. Restano gli iperlaici della Rosa nel pugno, bloccati però dalla polemica autocandidatura di Mastella. E andrebbero esclusi anche i DS della sinistra interna, vicini ai movimenti e alla dura posizione abrogazionista assunta dal sindacato scuola della CGIL. Chi resta? Se non sarà un esponente della Margherita (circolano i nomi di Castagnetti, Soliani, Costa e altri), alla guida del MIUR andrà un laico riformista (Bastico? Ma molti potrebbero essere i nomi). Insomma un moderato. |