Portare l’obbligo scolastico

a 16 anni, anzi a 18 . . .

Tuttoscuola, 25/2/2006

 

Nel programma dell’Unione è previsto che si porti l’obbligo scolastico fino a 16 anni, gratuito.

Nella mozione finale della Cgil-scuola si chiede di portare l’obbligo scolastico fino a 18 anni.

Le due affermazioni, antitetiche a quanto previsto dalla riforma Moratti, hanno bisogno di approfondimento e chiarimento.

Per quasi 40 anni nella scuola italiana ha trovato attuazione il dettato costituzionale che prevede una durata dell’obbligo di almeno otto anni.

Per effetto della legge n. 9/1999 l'obbligo di istruzione è stato elevato da otto a dieci anni, prevedendo in prima applicazione una durata complessiva novennale.

La stessa legge prevedeva, in sede di riforma generale, di introdurre l'obbligo di istruzione e formazione fino al diciottesimo anno di età.

La legge Moratti, come si sa, ha abrogato quella legge di innalzamento dell’obbligo e poi, con il decreto legislativo n. 76/2005, ha introdotto fino al 18° anno di età il diritto-dovere all’istruzione e formazione (che amplia e ridefinisce il "vecchio" obbligo) per almeno dodici anni.

Il decreto legislativo n. 76 è pienamente operativo e nell’anno in corso ha attuato la prima fase di gradualità verso l’obiettivo per i primi due anni (dieci in tutto); dall’anno prossimo saranno tre (undici in tutto). Con diritto alla gratuità di iscrizione e di frequenza.

Se l’obiettivo dell’Unione di elevare l’obbligo scolastico fino a 16 anni si può chiaramente intendere come rinvio della scelta tra sistema di istruzione e sistema di istruzione e formazione con prolungamento di un biennio unitario, dopo la scuola media, all’interno solamente del sistema scolastico, quello della Cgil-scuola sembra più radicale perché non considererebbe nemmeno l’esistenza di un canale parallelo di istruzione e formazione prima del 18° anno di età.